AGROPOLI. “Il solo Pensare che si può mantenere in vita politica un Ente unionale di ben otto comuni e che conta una popolazione di circa 30.800 abitanti residenti con un consesso consiliare che si riunisce due o tre volte l’anno e senza alcun raccordo funzionale con l’esecutivo che mostra anche segni di insofferenza verso una legittima forma di dialogo proposta dai consglieri di minoranza, oltre che configurare una metologia di politica sorpassata (feudale) è dannoso per l’intera comunità amministrata”. E’ quanto sostiene Agostino Abate, esponente della minoranza comunale di Agropoli e dell’Unione dei Comuni Alto Cilento. Ed è proprio contro quest’ultimo che punta il dito
Secondo Abate, nella gestione amministrativa, mancherebbero anche gli elementi fondamentali cui dovrebbe rispondere un ente locale “fondato su principi di partecipazione, trasparenza, integrazione e valorizzazione del capitale sociale e territoriale dell’intero quadro unionale”.
“Nel corso della seduta consiliare unionale del 7 luglio – aggiunge Abate – ho richiesto la registrazione televisiva delle sedute consiliari nonché l’immediata approvazione di vari regolamenti”. “Se non dovessero esserci in bilancio le poche disponibilità economiche necessarie per queste minime garanzie di partecipazione e trasparenza adeguata è meglio sciogliere l’Unione”, conclude il consigliere comunale di Agropoli.