Inizio positivo per la X Edizione della Settimana di Spiritualità e Cultura, che proseguirà fino al 6 luglio (ore 19.00) nell’Antica Chiesa di San Bartolomeo a Pellare. A suscitare l’interesse e la commozione delle tante persone intervenute, l’esposizione al pubblico della statua seicentesca della Madonna del Rosario, tornata al suo originario splendore grazie al lavoro della restauratrice Caterina Cammarano. Insieme a quest’ultima, presenti al primo incontro – che si è svolto il 3 luglio –, il professore don Luigi Rossi, don Angelo Imbriaco, parroco di Pellare e ideatore dell’evento. L’incontro è stato moderato dalla giornalista Rosy Merola.
«È per me un onore e un vanto essere riuscito a portare avanti tale evento culturale che, quest’anno, tocca il decimo anniversario. Nei piccoli paesi come il nostro non è cosa da poco», così don Angelo Imbriaco ha dato il via all’edizione del 2018. Poi, facendo riferimento al tema portante della Settimana di Spiritualità e Cultura – La nostra vera “Pelle” – il parroco di Pellare ha proseguito: «Quest’anno il tema della rassegna culturale verte su un luogo e su un simbolo. Il luogo è l’ex Convento Francescano (fondato a Pellare nel 1610, chiuso nel 1810 per via delle Leggi Napoleoniche) che ha all’interno un chiosco con degli affreschi (attualmente non visibili al pubblico). Tuttavia, la scoperta più grande non è tanto il Convento, bensì il fatto che tale struttura è stata edificata sui resti di un preesistente insediamento Basiliano. Il simbolo, invece, è rappresentato dalla pelle. Spontaneamente ciò ci rinvia al nome Pellare. Inoltre, è molto probabile che ci sia un legame molto stretto tra il nostro borgo e la scelta del Santo Protettore, San Bartolomeo Apostolo protettore della pelle (dei conciatori, dei macellai e dei rilegatori, n.d.r.)».
Alla luce di ciò – partendo dal luogo (il Convento di San Francesco e, nello specifico, dai monaci basiliani) e dal simbolo della pelle, il convegno – articolato in quattro appuntamenti serali (ore 19) – si propone di verificare se la presenza dei monaci italo-greci, tra le altre cose, abbia favorito lo sviluppo socio-economico di Pellare attraverso la lavorazione delle pelli.
Su tale argomento è intervenuto il prof. don Luigi Rossi, il quale si è soffermato sulla concia delle pelli a Vallo della Lucania. «La pelle se vecchia si cambia, ma se è antica si conserva. Noi dovremmo entrare nell’ordine delle idee che quasi tutto quello che è rimasto non è vecchio, ma antico. Dovremmo, quindi, riscoprirne il valore», ha esordito il prof. don Luigi Rossi. Nella sua lectio, il già preside della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Salerno e professore ordinario di Storia Contemporanea, ha ripercorso le tappe salienti degli ultimi duecento anni di storia di Vallo della Lucania (e dei paesi limitrofi), “Da paese di conciatori a città di servizi” (titolo di un libro a cura di Luigi Rossi e Michele Santangelo, edito dalla casa editrice Plectica n.d.r).
Tuttavia, a focalizzare l’attenzione di tutti i presenti è stata l’effige della Madonna del Rosario. Un pregevole esempio di “Madonna Vestita” dalla struttura lignea con Bambino e corone, dotata di un “corredo” di tre vestiti (risalenti al XVIII secolo – inizi del XIX secolo). Custodita con amorevole cura – di generazione in generazione – da privati (dopo che, agli inizi del XX secolo, le Madonne Vestite erano state bandite dal culto per volere di Papa Pio X). Come ha puntualizzato la restauratrice Caterina Cammarano: «Da tutti i tratti somatici, la scultura è da attribuire a Giacomo Colombo (Este, 1663 – Napoli, 1731), uno scultore, pittore e disegnatore italiano, alla sua bottega napoletana. Si tratta di una statua lignea (datata fine 1600 inizi 1700), il cosiddetto “manichino” da vestire in occasione delle manifestazioni. Essendo stata all’epoca ridipinta, anche la parte pittorica è stata riportata ai colori originali. Rappresenta una statua di un artista importante, per questo è stato effettuato un restauro certosino di tipo conservativo. Le integrazioni sono state effettuate soltanto dove mancava la pellicola pittorica. Stesso discorso vale per il recupero del vestito, per le parrucche e le corone in argento (che portano ancora lo stemma della bottega napoletana in cui sono state realizzate) di cui era dotata la Madonna.
La X Edizione della Settimana di Spiritualità e Cultura prosegue con l’intervento del prof. Amedeo La Greca su “La presenza dei Monaci Basiliani nel Cilento” (4 luglio, ore 19). L’eccellenza campana nel settore conciario italiano sarà al centro del terzo incontro della Settimana di Spiritualità e Cultura. Giovedì 5 luglio (ore 19), il Sindaco di Solofra (AV), Michele Vignola e la dott.ssa Lucia Petrone si soffermeranno sull’antica tradizione conciaria che caratterizza la cosiddetta “Città della pelle”. A suggello di tale incontro, previsto il gemellaggio tra il Comune di Solofra e quello di Moio della Civitella, di cui Pellare è frazione. Infine, venerdì 6 luglio (ore 19), la rassegna si concluderà con l’intervento dell’arch. Luigi Scarpa su “L’antico monastero basiliano a Pellare e gli affreschi del convento francescano”.