L’Agropoli ha terminato un campionato pieno di gioie e delusioni: la squadra delfina ha iniziato questa stagione con la speranza, poi sfumata, del ripescaggio in Serie D, dopo la retrocessione del passato torneo. La formazione bianco-azzurra è stata autrice di un 2017/2018 da assoluta protagonista nel girone B di Eccellenza campana, non è arrivata però la tanto attesa promozione, viste le affermazioni del Sorrento, nel gruppo B, e del Castrovillari, nella finalissima play-off. Abbiamo raggiunto, per una breve intervista, Donato Capozzoli, fantasista classe ’95, capitano dell’Agropoli.
L’inizio di stagione è nato con l’attesa del ripescaggio in Eccellenza, come avete vissuto quel periodo? Come si è insediato De Cesare, mister giovane con un passato importante da calciatore?
La fase iniziale della stagione ha visto protagonista la questione ripescaggio. Ci abbiamo creduto anche noi, viste le notizie che trapelavano. Poi ci siamo trovati a disputare il campionato d’Eccellenza senza abbatterci. Mr. De Cesare si è inserito alla grande, lui ha dimostrato di essere una persona che con i ragazzi ci sa fare davvero.
La vostra partenza è stata davvero sprint, avete dato l’impressione di poter vincere agevolmente il campionato. Credevate di avere le mani sul torneo?
Abbiamo avuto un avvio davvero ottimo, mr. De Cesare ci caricava alla grande, lui è uno che non ama perdere nemmeno in amichevole, il suo temperamento ci ha aiutato tanto. Nei primi mesi tutto ci riusciva in scioltezza, non penavamo di aver già chiuso la pratica, eravamo consci delle difficoltà che potevano emergere durante il cammino.
Le cose si sono complicate con il nuovo anno, avete avuto un periodo no, dove sono arrivati quattro pareggi e una sconfitta, culminato con l’esonero di De Cesare. Cosa non è andato?
Dopo la sosta natalizia abbiamo faticato, probabilmente eravamo un poco scarichi visto il dispendio di energia avuto nella prima fase. Abbiamo avuto un calo, durato circa un mese, e abbiamo permesso al Sorrento di ritornare in corsa per il primo posto.
Nel finale di stagione vi siete ripresi alla grande. La squadra è sembrata tornare sui ritmi di inizio stagione, quanto merito va dato al nuovo tecnico Olivieri?
Nella parte finale siamo ritornati sui nostri livelli, merito anche al tecnico Olivieri che è passato dal 4-3-3 al 3-5-2, che è il modulo che, di solito, lui propone. Ci siamo ritrovati quindi a poter variare, anche in corsa, sfruttando questi due sistemi di gioco.
Nell’ultima giornata avete accarezzato per qualche secondo il salto di categoria. Poi lo spareggio con il Sorrento, come avevate approcciato a quella gara?
Abbiamo approcciato questa gara come di consueto, con fame e voglia di vincere. Purtroppo non è bastato. A parere mio lo spareggio resta un’ingiustizia: abbiamo vinto sia andata che ritorno contro il Sorrento, per un totale di cinque ad uno nella doppia sfida di campionato.
Nella cavalcata dei play-off avete perso nella finalissima con il Castrovillari. Come avete vissuto le tre gare con Nola, Vastogirardi oltre alla finale?
Quella con il Nola l’abbiamo preparata alla grande, loro avevano un allenatore preparatissimo, Liquidato, che faceva giocare benissimo i suoi. Abbiamo visto molti filmati delle loro gare, è stato lo scontro più duro sbloccato solo nei supplementari. Del Vastogirardi conoscevo qualcuno, sono anche loro una buona squadra, nella partita d’andata siamo stati bravi a segnare, in quella ad Agropoli abbiamo gestito il risultato, a nostro favore, rischiando davvero poco. Con il Castrovillari dovevamo approfittare di più del fattore casa, dove, sopra uno a zero, non siamo riusciti a raddoppiare, nel match di ritorno loro sono stati ben organizzati dietro e hanno avuto purtroppo la meglio.
La tua carriera sembra virare lontano da Agropoli, solo voci? Cosa si prospetta nel tuo futuro?
Ad Agropoli mi trovo davvero bene, mi sento apprezzato in campo e fuori. Da sette anni sono qua, ho trovato la mia seconda casa, e sono felicissimo. Le voci? Quelle ci sono e ci saranno sempre.