CAPACCIO PAESTUM. Ha preso il via il dibattimento del processo che vede imputate quattro persone, tra cui l’ex consigliere di maggioranza del consiglio comunale di Capaccio, Luciano Farro l’ex assessore Eustachio Voza; e l’ex presidente del consiglio comunale Domenico Nese. L’accusa è di diffamazione nei confronti dei frati Minori di Capaccio Paestum.
La vicenda giudiziaria ha inizio nel 2015. I religiosi hanno dichiarato di essere costretti a presentare querela a seguito della campagna denigratoria avviata nei loro confronti dopo lo sfratto dal convento dei Frati Minori di Capaccio capuoluogo della collezione artistica gestita dalla Fondazione Gianbattista Vico e che fa parte del Museo del Grand Tour. Secondo le accuse, sia durante sedute di consiglio comunale che in altre sedi avrebbero ricevuto offese. In particolare Farro, durante un’assise avrebbe dichiarato che «o per carenza di gente che ormai si da alla vita clericale o per altre motivazioni il convento da qualche anno ha subito qualche regressione» aggiungendo che «il convento è stato adibito nella parte superiore ad albergo» concludendo che i frati francescani «….si stanno dedicando ad attività economiche».
Quindi, rispondendo ad un altro consigliere: «io sto difendendo la cultura, tu difendi i mercanti non i monaci, fuori i mercanti del tempio». Un concetto simile lo espresse Eustachio Voza: «….forse perché i frati cercavano qualcosa di soldi…».
Per i frati la querela era necessaria per dare conto ai fedeli di Capaccio e sottolineare che non ci sono interessi economici in gioco da parte loro.