La denuncia di Comitato “Se non ora Quando?” e associazione “Effetto Donna”
SAPRI. Ancora sotto attacco il Piano di Zona S9. A parlare questa volta il comitato di Sapri “Se non ora Quando?” e l’associazione “Effetto donna” di Roccagloriosa. Sotto accusa è il mancato funzionamento del Centro Antiviolenza.
“A tutte le amministrazioni, pregresse, presenti e future, abbiamo chiesto, chiediamo e chiederemo di convergere su specifiche problematiche e di trasformare in azioni concrete i contenuti delle nostre battaglie”, fanno sapere comitato e associazione. “Già nel passato abbiamo promosso sul territorio un tavolo permanente di prevenzione e contrasto alla violenza di genere, sollecitando istituzioni, scuole e territorio ad intervenire affinché venisse facilitata l’emersione del sommerso e le richieste di aiuto potessero avere una presa in carico integrata e multidisciplinare – proseguono – Abbiamo sensibilizzato la nostra comunità e proposto percorsi di educazione alle differenze nelle scuole dell’Ambito S9 per avviare quel cambiamento culturale che potesse eliminare nelle nuove generazioni i modelli socio-culturali che originano e radicalizzano la violenza”.
In tal senso “La nascita del Centro Antiviolenza avrebbe dovuto garantire percorsi e buone prassi, giovandosi della costituita rete territoriale”. Tuttavia le cose sono andate diversamente: “Nei diciotto mesi del mandato affidato al Centro Antiviolenza la rete precedentemente costituita ha invece perso il suo valore, è mancata una puntuale e continua co-progettazione ed il relativo coinvolgimento dei partners della comunità nel rispetto di ruoli e competenze. Nessuna azione di prevenzione è stata realizzata nelle scuole ma solo interventi di sensibilizzazione già in parte effettuati dalle associazioni territoriali. Oggi, come quattro anni fa, continuiamo a credere nella necessità di un Centro di Antiviolenza e denunciamo l’interruzione di un servizio utile alla collettività.
Di qui la richiesta di rivedere “le criticità evidenziate, che venga riattivata la rete formale e informale, che vengano promosse quelle buone prassi di prevenzione e di educazione alle differenze”.