Cilento

Capaccio Paestum, arrestato l’ex vicesindaco Nicola Ragni

Misura cautelare anche per Rodolfo Sabelli

Redazione Infocilento

20 Marzo 2018

Misura cautelare anche per Rodolfo Sabelli

I Carabinieri di Salerno e Caserta hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari nei confronti di Nicola Ragni, già vicesindaco di Capaccio Paestum per induzione indebita a dare o prometterà utilità. Con la stessa ordinanza è stato disposto l’obbligo di dimora per Rodolfo Sabelli, dipendente del Comune di Capaccio Paestum, dirigente dell’area IV in quanto gravemente indiziato di abuso d’ufficio.

Le indagini hanno avuto inizio in seguito ad una interrogazione relativa ai lavori di ampliamento del Cimitero Comunale che ebbero inizio nel 2014.

Sin dai primi accertamenti era emerso che l’intervento era stato affidato ad una associazione temporanea di imprese composta da Ktesis, Navab e Tekno Eko. Dopo la costituzione di una ulteriore società (Progetto Le Ceneri Paestum) l’intervento fu ad essa trasferito. Le indagini consentivano di verificare che amministratore di questo nuovo soggetto era Rossella Marino, moglie di Giacomo Caterino, titolare della maggioranza delle quote della Ktesis. Amministratore della Nabav, invece, era Arturo Noviello, zio di Paolo Caterino.

Di queste la Navab era stata attinta da interdittiva antimafia, la Ktesis aveva subito un sequestro di quote. Caterino Giacomo, inoltre, è figlio dell’imprenditore Paolo Caterino, cugino di Antonio Iovine, condannato più volte in quanto esponente del clan dei Casalesi. Pur in presenza di tali provvedimenti Sabelli ometteva di acquisire la richiesta di documentazione antimafia.
Le intercettazioni successivamente consentivano di accertare l’esistenza di relazioni tra gli esponenti della società e il funzionario pubblico, confermando la natura dolosa delle violazioni di legge.

Proprio su tali violazioni si fondava l’iniziativa assunta presso il Lido Mediterraneo dall’allora capogruppo di maggioranza Roberto Ciuccio che interloquendo a nome di Ragni e di Leopoldo Marrandino (consigliere comunale) intimava all’imprenditore Giacomo Caterino di versare 2500 euro come tangente per ogni cappella da realizzare.

Nove gli indagati.

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