Il dossier sarà trasmesso al vaticano
Sarà trasmesso alle competenti autorità ecclesiastiche del Vaticano il dossier che denuncia l’esistenza di una presunta rete di preti gay. La decisione è stata presa dal cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, che ha preso atto del faldone di oltre 1200 pagine consegnato alla Cancelleria della curia partenopea dall’escort Francesco Mangiacapra.
“Al di là della competenza – spiega Sepe in un comunicato diffuso dalla Curia di Napoli – e al di là del fatto che, nel documento sbobinato e stampato, lasciato e sottoscritto dall’autore, non figurano nomi riconducibili alla Diocesi di Napoli, resta la gravità dei casi denunciati per i quali, qualora accertati, coloro che hanno sbagliato devono pagare e devono essere aiutati a pentirsi per il male fatto”.
L’autore del dossier, Francesco Mangiacapra, ha consegnato ieri mattina al cancelliere della Curia Arcivescovile, il dossier sui casi di presunta omosessualità, ritirando il cd già portato il 21 febbraio scorso.
Intanto la Diocesi di Teggiano – Policastro è intervenuta per la prima volta sul caso con una nota:
«La divulgazione di notizie riguardante i comportamenti scandalosi di alcuni membri del clero di molte diocesi del Mezzogiorno, addolora in maniera grave la nostra comunità diocesana. La consegna del dossier da parte della Curia di Napoli permetterà di prendere visione delle responsabilità e le necessarie iniziative canoniche che la Santa Sede stabilisce in questi casi.
Nel frattempo non possiamo non esprimere la vicinanza alle comunità turbate e preoccupate di fronte al rischio di vedere vanificata una consolidata esperienza di fede e di cultura religiosa che da sempre ha contraddistinto questa terra. Ci sta a cuore altresì riaffermare e riconoscere l’opera meritoria di moltissimi nostri sacerdoti che nella quotidiana fedeltà alla loro vocazione e alla loro missione hanno scritto pagine di memorabile tradizione. Ancora oggi i nostri sacerdoti incidono in maniera notevole e creativa nel tessuto vitale delle nostre comunità, con un’attenzione spiccata verso le istanze educative, sociali, e familiari. Ad essi va il grato riconoscimento, e per questa generosa offerta di sé stessi le nostre comunità non si sentano tradite!
Incombe l’obbligo anche di riconoscere sbagli, errori, opache testimonianze, e richiesta di perdono; perciò con la fermezza che ha ispirato sempre i percorsi e le decisioni, riaffermiamo come Chiesa la totale disponibilità a intraprendere le decisioni e le sanzioni canoniche per un necessario cammino di purificazione vissuto con profonda attenzione alle denunce e con sensibile cautela verso possibili false accuse. Il Vescovo, il presbiterio diocesano, gli operatori pastorali, lavoreranno per riportare la bellezza della fedeltà sul volto della nostra chiesa.
La certezza del comune servizio alla verità del Vangelo rafforzi i nostri vincoli ecclesiali».