Per i giudici sbagliato il procedimento da parte dell’Ente
CAMEROTA. La grotta Capraia che da anni ospita la discoteca il Ciclope non tornerà al comune di Camerota, almeno per ora. Il Tar Campania, infatti, ha accolto il ricorso della società che aveva in fitto l’area, la “Al Ciclope srl”.
La vicenda ha preso il via l’estate scorsa quando la responsabile dell’ufficio tecnico del comune, su indirizzo del sindaco Mario Salvatore Scarpitta, diede il via all’annullamento in autotutela del contratto di affitto.
Il locale era chiuso dalla tragica morte di Crescenzo della Ragione, il 27enne della provincia di Napoli colpito da un masso staccatosi dalla parete rocciosa che sovrasta la discoteca.
Il ricorso della società che aveva rinnovato il fitto fino al luglio 2022, contestava le ragioni alla base della procedura; per il Tar il ricorso è “evidentemente fondato” perché ad annullare il contratto di fitto è stato il Responsabile del Servizio pro tempore del Comune di Camerota, disapplicando in questo modo la delibera di giunta del 2014 «che tale rinnovo contrattuale aveva disposto, arrogandosi competenze proprie dell’organo d’indirizzo politico dell’ente, laddove il principio fondamentale del “contrarius actus” avrebbe richiesto che fosse seguito lo stesso procedimento, a suo tempo applicato, onde pervenire al rinnovo della concessione dei beni demaniali, con coinvolgimento, pertanto, in primis, della giunta comunale, laddove al dirigente comunale sarebbe spettato unicamente il compito – di natura gestionale – d’eseguire un eventuale deliberato giuntale sul punto».
Il contratto di fitto, insomma, poteva essere annullato, ma con delibera di giunta e non con il mero provvedimento del responsabile del servizio.