“Ogni giorno beviamo e utilizziamo nelle nostre case acqua contaminata dal pericolosissimo materiale”
Il Cilento ha vissuto negli ultimi tempi una crisi idrica senza precedenti, con l’erogazione dell’acqua che a più riprese, fin dalla primavera, è stata sistematicamente razionata. Sul territorio dell’area del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano è il “Consac gestione idrica spa” l’ente che dal 2011 gestisce la distribuzione dell’acqua alle utenze private. A più riprese Gennaro Maione , il presidente, aveva sottolineato che la problematica era dovuta alla mancanza di piogge ed alla ristrettezza degli approvvigionamenti ma soprattutto alla situazione disastrosa in cui la rete delle tubazioni versa ormai da molti anni. Oltre il 50% del liquido immesso viene infatti perso a causa dei tubi colabrodo Da questo cruciale aspetto parte l’appello di Michele Buonomo , presidente per la RegioneCampania di Legambiente, che lancia anche un preoccupante allarme.
«L’ambiente e la salute del cittadino devono essere punti importanti su cui lavorare ogni giorno – dice – Le tubature della Regione ed in particolare del Cilento, terra fantastica sotto ogni punto di vista, sono disastrate, rotte in più punti, perforate e non consone al loro scopo. Fattore più allarmante, però, è che la quasi totalità della linea è in amianto. Ogni giorno dunque beviamo e utilizziamo nelle nostre case acqua contaminata dal pericolosissimo materiale ed è necessario quanto prima un impegno da parte di chi di dovere per sostituire le tubature. Non è da escludere che l’alta incidenza tumorale nel Cilento sia dovuta anche a questo. In quelle zone si vive un paradosso – continua – da una parte abbiamo i centenari che arrivano a età venerande in salute e nel pieno delle facoltà mentali mentre dall’altra abbiamo giovani che si ammalano di tumore i quali, di sicuro, non batteranno alcun record di longevità. Tra le priorità vi è quindi anche la sostituzione delle tubature con materiali inerti, non letali per i cittadini e più sicuri».
Per legge sono i comuni sul cui territorio insistono le tubazioni che devono attivarsi per garantire interventi straordinari ed ordinari e sono sempre loro che dovranno impegnarsi, eventualmente, a sostituire la rete per la distribuzione idrica. «Così facendo si fa un piacere anche all’ambiente – aggiunge il presidente Buonomo – intervenendo in tal senso si limiterebbero gli sprechi d’acqua andando a tutelare le riserve idriche che ogni anno, causa la siccità, sono sempre più esigue. Gli Enti pubblici dovrebbero avere maggior buon senso e capire che l’acqua è fondamentale e va difesa».