A fine anno scadono le pratiche per i condoni edilizi
Rischio ruspe e abbattimenti nel Parco del Cilento. Seimila manufatti rischiano di essere demoliti per la scadenza dei termini dei condoni edilizi. Migliaia di pratiche presentate ai sensi delle legge regionale potrebbero decadere in assenza del rilascio di un permesso in sanatoria.
Il 31 dicembre è infatti l’ ultima data entro cui le pratiche pendenti in tanti comuni, acquisito il parere del Parco, dovrebbero esse chiuse attraverso con il rilascio di un permesso definitivo. Se tutto questo non sarà possibile i comuni dovranno ordinare l’abbattimento degli immobili costruiti in difformità. A sollevare il caso è il presidente della comunità del Parco Salvatore Iannuzzi, da oltre un anno impegnato in questa battaglia. Dopo aver coinvolto, nel maggio scorso, gli ottanta sindaci del parlamentino dell’Area Protetta nell’adozione di un deliberato che fissa i criteri per le “santatorie” Iannuzzi si appella ora al vice presidente della Regione Fulvio Bonavitacola per una proroga dei termini e questo noi una legge straordinaria entro l’anno. Dal 1 gennaio seimila famiglie rischiano di vedere abbattuti i propri manufatti. Occorre un intervento della Regione.
A fine anno scade il termine entro il quale i comuni debbono chiudere i condoni edilizi. Tutto è fermo negli uffici del Parco. Il lavoro è stato rallentato per assenza di linee guide, fissate dalla comunità del Parco solo qualche mese fa. Ora i criteri debbono essere fatti propri dall’Ente Parco. Occorre del tempo per completare l’iter burocratico. In assenza del parere dell’ Ente Parco le Amministrazioni comunali, dove pendono istanze di condono, in assenza della trasmissione della documentazione integrativa, hanno l’obbligo di applicare le procedure sanzionatorie e amministrative previste quindi la demolizione delle opere abusive o acquisizione ai beni del comune. Ma le incombenze per i comuni sono anche di natura economica. “Le amministrazioni locali – ricorda Iannuzzi- in assenza del completamento dell’iter burocratico non potranno incassare le somme dovute dai cittadini per le attività tecnico burocratiche connesse alla procedura, con ovvie e gravi ripercussioni sui bilanci comunali che, di fatto, nel 2018 avranno minori entrate.