Era presidente di una società pubblica al momento della presentazione delle liste
CAMEROTA. Giancarlo Saggiomo era ineleggibile. E’ quanto hanno stabilito dai giudici del Tribunale di Vallo della Lucania.
Sono state quindi accolte le tesi dell’amministrazione comunale, rappresentata dall’avvocato Mariangela Agresti, secondo cui il consigliere comunale non poteva essere eletto essendo il presidente del cda della Calanca s.r.l. (una società costituita al fine di gestire servizi di pubblica utilità per conto del Comune e di cui l’Ente locale detiene il 51% del capitale) al momento della presentazione delle liste.
Nella tornata elettorale dello scorso giugno, Saggiomo si era aggiudicato 347 voti valsi l’elezione nello schieramento di minoranza per la lista “Camerota riparte”. Nel corso del primo consiglio, però, la nuova maggioranza guidata da Mario Scarpitta aveva accolto e formalizzato l’eccezione di ineleggibilità sollevata da Orlando Laino, altro esponente della minoranza ma di corrente diversa, facente capo al gruppo “Viva Camerota”.
L’allontanamento del consigliere Saggiomo dal consiglio comunale suscitò forti polemiche trattandosi di uno tra i candidati maggiormente votati, seppur eletto tra le fila della minoranza. C’è stato chi ha gridato allo scandalo parlando di ” morte della democrazia ” e di un “vergognoso accordo tra il nuovo sindaco e una parte dell’opposizione soltanto per rivalsa personale.”
Giancarlo Saggiomo, da parte sua, impugnò la delibera di convalida degli eletti contestando nel merito la sussistenza della causa di ineleggibilità e chiedendo, al Tribunale di Vallo della Lucania, l’accertamento del proprio diritto alla convalida dell’elezione.
In consiglio comunale Saggiomo era già stato sostituito da Sara Infantini.