L’iniziativa è in programma venerdì 13 ottobre a Sapri
Venerdi 13 ottobre 2017 alle ore 18 presso la Biblioteca Comunale “Biagio Mercadante” via Flavio Gioia (nei pressi dell’Auditorium) in Sapri, si terrà la presentazione del libro “Comunità e Società del consumo”, Gianfrancesco Caputo, autore del libro e componete del Circolo Proudhon Golfo di Policastro, guiderà il pubblico tra le pagine della sua opera facendo comprendere quali sono i mali che affliggono una società ormai soffocata dall’individualismo. Nel corso della serata verranno proposti brani scelti dalla raccolta di poesia e prosa “Bellezza” di Giuseppe Milite e Gennaro Amato, con letture a cura di Patrizia Pontillo. Il messaggio del libro di Gianfrancesco Caputo si riferisce all’affermazione culturale di una comunità valoriale capace di svegliare dal suo torpore l’umanità “ condannata a vivere in una società che esalta l’individualità, atomizza le coscienze e distrugge il senso di solidarietà sociale”. Individuo e comunità non sono termini antitetici, benché meno valori costanti e universali, ma elementi dotati di una loro storia. Gianfrancesco Caputo ci suggerisce stimoli congruenti su temi complessi quali la comunità e l’identità, il pluralismo etico, l’ecologismo, l’immigrazione, la competizione sociale, la civiltà del piacere e la tradizione.
Il punto di vista dell’autore può essere considerato “eretico” rispetto alle ideologie politiche del Novecento e all’immaginario culturale a cui queste fanno riferimento. Eterodossia che viene svelata anche dalle citazioni presenti nel libro che rimandano a pensatori di aree culturali ed epoche differenti. Astratto progressismo e falso democratismo sono i bersagli preferiti di una profonda critica intellettuale e politica alle basi spirituali del pensiero ufficiale di questa società. Oggi la ricostruzione del senso comunitario necessita di un’azione storica collettiva verso relazioni umane autentiche, ma è innanzitutto frutto della carica di soggettività di noi tutti. C’è bisogno del coraggio di ognuno perché un’azione storica comporta sempre il cambiamento delle abitudini sociali, ammette un rischio da parte di chi la compie dall’incertezza dell’esito. Ma è proprio per questo motivo che o noi risorgiamo adesso come collettivo, o saremo annientati individualmente.