Attualità

La dieta mediterranea, la triade alimentare ed il mito

Dall'antica Grecia un percorso immateriale nelle eccellenze culturali del mondo

Laura Del Verme

24 Settembre 2017

Dieta Mediterranea

Dall’antica Grecia un percorso immateriale nelle eccellenze culturali del mondo

Dalla Itaca omerica al Mediterraneo del terzo millennio, la triade alimentare greca compie un viaggio emozionante che ci porta fino alle radici più profonde della cultura gastronomica che prenderà il nome di dieta mediterranea.

E nell’arco dei secoli si arricchirà di frutti dal mondo in una sedimentazione di prodotti, nozioni, riti e miti che non sempre è facile districare. I pomodori sono peruviani; le melanzane vengono dall’India; il pepe, dalla Guyana; il mais è messicano; il riso è un dono degli Arabi; per non parlare dei fagioli, delle patate, delle pesche, frutti cinesi di montagna divenuti poi iraniani, e del tabacco. Vigne, ulivi e spighe di grano sono invece il grande totem della mediterraneità.

Per i cereali, occorreva selezionare le varietà più preziose di una coltura che risale al Neolitico. L’ulivo – come la vite – si accontenta invece anche di terre più ingrate.  Orzo e grano, accomunati nella lingua greca da un unico termine, si differenziano nei latifondi romani della Campania Felix. E il ricordo della grande Demetra, signora del grano e della vita, si materializza in quell’amalgama di grani e miele che delizia l’uomo da più di tremila anni.

Ed è proprio nel nome di una civiltà impastata di terra e di sole, che si riconosce la trama di un racconto antico e seducente che dalle mense minoiche arriva alle tavole imbandite del pescato di alici di menaica passando per le conquiste di Alessandro Magno, con l’ingresso trionfale nella vita quotidiana ellenistica, delle spezie. Dai riti sacrificali, alla medicina, dalla cosmetica alla cucina, gli aròmata venuti da lontano avranno un ruolo da protagonista nella costruzione della complessa gastronomia che è alla base delle abitudini alimentari dei popoli mediterranei.

E’ questo il percorso immateriale che trova posto nelle eccellenze culturali del mondo: un racconto che si pone in linea con un modello emergente di fruizione culturale sempre più orientato alla ricerca di emozioni ed aperto alla condivisione delle esperienze culturali. Un racconto che parte da una società che chiama ‘madre’ la Terra e che riteneva sacri l’olio, il vino ed il pane, perché sono questi i doni della natura da cui dipende la sicurezza alimentare di un popolo, in quella splendida sintesi di semplicità ed essenzialità che dà sostanza all’essere greco, ed arriva alla nostra più recente dimensione culturale.

 

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