Questo non è l’ultimo caso: nella stessa zona tre anni fa morì una undicenne
CAPACCIO PAESTUM. Sembrava una domenica come tante altre quella di ieri sulla spiaggia di Torre di Mare, ma non era così. Il pensiero dei bagnanti era tutto per Raffaella Esposito Alaia, l’operatrice sociale di 34 anni morta il giorno precedente in mare.
Nel frattempo proseguono le indagini dei carabinieri della compagnia di Agropoli per chiarire cosa sia accaduto in quello specchio d’acqua poco dopo le 15 di sabato pomeriggio, quando la donna è stata riportata a riva ormai esanime dal titolare e dal bagnino del Lido La Gondola, adiacente la spiaggia libera su cui si trovava la trentaquattrenne insieme ai ragazzi della casa famiglia di Acerra in cui lavorava.
In un primo momento si era diffusa la notizia che Raffaella Esposito Alaia fosse annegata mentre cercava di mettere in salvo due dei ragazzi che aveva accompagnato in vacanza. Ma secondo la versione fornita da alcuni di loro, Raffaella stava facendo il bagno quando avrebbe accusato un malore. D’altronde, sebbene sventolasse la bandiera rossa, le onde non erano alte e lei era un’abile nuotatrice.
Il titolare e il bagnino del lido hanno visto i due ragazzi in difficoltà a causa della corrente e li hanno soccorsi. Poi hanno raggiunto la loro accompagnatrice che è apparsa subito in gravissime condizioni. A lungo i soccorritori del 118 hanno cercato di rianimarla tra lo sconcerto generale della gente presente in spiaggia e la disperazione dei ragazzi della casa famiglia.
Il gruppo era arrivato a Torre di Mare la mattina stessa per trascorrere due settimane di vacanza in campeggio, come faceva da ben sei anni. Ieri, dopo la tragedia, il gruppo ha fatto ritorno ad Acerra.
Il tragico destino a cui è andata incontro Raffaella Esposito Alaia è purtroppo comune a quello di altre persone che hanno perso la vita in mare a Paestum. Soprattutto giovani annegati dopo essere stati risucchiati dalle imprevedibili correnti di risacca. L’ultimo lutto nel mare di Paestum si era consumato il 31 luglio del 2014 quando poco più a nord della spiaggia dove sabato ha perso la vita la trentaquattrenne di Sant’Anastasia, nella zona di Ponte di Ferro, morì una ragazzina di 11 anni di Caivano. Era in spiaggia assieme ai genitori. Anche lei era arrivata quel giorno e si era tuffata in mare, a riva, sebbene fosse agitato, assieme al padre. Quando la corrente iniziò a trascinarla, lui cercò di afferrarla, ma non ci riuscì, la corrente era troppo forte.
Le vittime del mare sono nella maggior parte dei casi persone inesperte, giovanissimi che ignorano il pericolo che deriva dalle sue correnti. Se oggi le morti in mare sono diminuite lo si deve sicuramente alla maggiore presenza di addetti al salvataggio sulle spiagge.