Se Taccone darà una mano entrando in società sia messo in condizione di lavorare
La trentaquattresima ed ultima giornata della stagione regolare nel girone H di Serie D, ha sancito il verdetto atteso. Il Bisceglie torna in Lega Pro, categoria che mancava alla squadra nerazzurrostellata dal 1998. La squadra di Ragno ottiene la promozione nel match contro l’Agropoli finito con il punteggio tennistico di 6-1. Con quest’ultima sonora batosta, arriva finalmente la conlusione di un’annata davvero pessima per i delfini, che retrocedono in Eccellenza dopo 5 anni. La parita contro gli uomini di Ragno, segnata già in partenza, ha visto la formazione di Sorianiello in assetto vacanziero con un’inedita coppia offensiva D’Avella- Delli Santi. Il mister napoletano ha fatto ruotare diversi uomini per regalare minutaggio ad una truppa di giovani sbarbati, che devono farsi ancora le ossa in questa categoria. La situazione non sarebbe cambiata di molto se l’ex allenatore del Pomigliano avesse schierato tutti i titolari, d’altronde nelle ultime trasferte era più un essere presi a pallate dai tennisti che dai calciatori. Un’altra sconfitta esterna che esemplifica un cammino di una squadra senza nè capo,nè coda, smantellata a dicembre ed in affanno economico.
Non si poteva sperare in una salvezza con una rosa dall’età media bassissima, in un girone H molto più duro di quello I, dove l’Agropoli aveva militato fino all’anno scorso. Una situazione come abbiamo più volte scritto e ripetuto, determinata l’estate scorsa quando si è evitato a Gaglione di prendere parte attiva alla società, facendogli perdere giustamente le staffe. Uno scenario che però sembra mutarsi. Taccone dovrebbe arrivare e quel che noi ci auguriamo è che faccia piazza pulita. Non se ne può più di personaggi che pensano che l’Agropoli sia un giocattolo. La coppia Cerruti-Magna ha riportato l’Agropoli in D, ma c’è da dire che in 5 anni i delfini hanno sempre fallito gli obiettivi. Salvi dopo i playout la prima stagione, quando l’asticella era piazzata sui primi 5, mentre sono arrivati dei piazzamenti in alto, quando c’era la squadra per vincere il campionato, per finire poi quest’anno quando è giunta la retrocessione. C’è bisogno di una svolta seria, decisa, netta, senza tentennamenti. Anzi se c’è proprio la possibilità di un affrancamento, cerchiamo di chiuderlo il prima possibile. Per programmare il futuro, con idee nuove. Per regalare alla città, prossima anche ai cent’anni di storia, una squadra in grado di vincere subito il campionato di Eccellenza e ritornare in D. Se c’è ancora qualcuno che pensa che l’Agropoli sia un giocattolo privato, sia reso inoffensivo e mandato a casa, in modo che abbia la lucidità di pensare alla propria professione. Perchè è vero che avere una squadra in Serie D è moltissimo per Agropoli, ma è pur certo che ci sono in Italia realtà piccole che sono riuscite a diventare grandi, anche con il bacino d’utenza simile ai delfini. Fissare l’asticella sempre più in alto può aiutare la crescita di tutta la comunità e riportare entusiasmo, compresa un po’ più di gente al campo. Taccone è un imprenditore con le idee chiare, può solo che far bene qui. Deve essere messo in condizione di lavorare, senza macchine del fango, e affiancandosi a persone che servono l’Agropoli, non che se ne servono. Si può e si deve fare. Non si possono più accettare per dignità sportiva, stagioni con giocatori che vanno bene per scendere in campo con i pulcini e portieri under che vengono massacrati dagli attaccanti avversari. Oppure lisci continui di difensori e tutti i gol sbagliati a porta vuota. Si può e si deve ambire a qualcosa di meglio. Una pagina nuova può aprirsi per l’ Agropoli sportiva. Bisogna far sì che ciò avvenga senza intoppi e quisquilie. Per questo anche chi fa informazione in città deve avere un ruolo, allo scopo di monitorare la situazione. Perchè se c’è chi si mette di traverso, stavolta i nomi e cognomi vanno pubblicati in modo chiaro. Per il bene dell’US Agropoli 1921. Per ripartire insieme di slancio. Perchè per sognare occorrono le idee, i progetti. Non le chiacchiere da bar. La retrocessione di quest’anno può essere un esempio lampante per tutti. Non c’è più tempo per capire male la lezione.