Un romanzo all’italiana, amaro ma esilarante
Per molti il Cilento è una bella – no, bellissima – meta turistica. Un posto dove fermarsi e godersi per qualche giorno una vita felicemente rallentata. Ma il Cilento è pure un posto dove possono viversi avventure incredibili: fughe dall’altare, risse notturne, bisticci tra preti e podestà, risuscitazioni di briganti e incredibili scoperte archeologiche.
Sono solo alcune delle cose che capitano a Vitalia, la protagonista di “Un tesoro di contadina”, un romanzo amaro ma esilarante, una vera e propria commedia all’italiana che è pure un omaggio alla nostra terra e ai suoi abitanti, gente di mare e di terra che lavora fino a spaccarsi la schiena senza recriminare. L’autore, Alfonso Francia è nato a Pavia vive a Roma da sempre. Ha parenti un po’ ovunque in Italia, anche nel Cilento.
Qui nasce il racconto di una una ragazza dalla bellezza unica: Vitalia. Ha 21 anni e ne dimostra ancora 21 e non il doppio come le sue coetanee, fatto del tutto normale se si è cresciuti nella Trezzano – Cilento – del primo dopoguerra dove si mangia poco ma in compenso si lavora tantissimo, sotto il sole e sotto la pioggia. Ragione bastante per essersi quindi accaparrata, lei povera in canna, il miglior partito del paese, quel Raffaele Mezzomo la cui ricchezza è inversamente proporzionale all’avvenenza e alla statura. Purtroppo il matrimonio deve essere rimandato per una serie di spiacevoli circostanze che comprendono un corredo incompleto, furti in casa dei futuri suoceri e involontari ritrovamenti archeologici. La scoperta di una collezione di gioielli antichi a corredo della sepoltura di un misterioso gigante dà l’avvio a 48 folli ore di contrattazioni, contenziosi tra padroncini, professori idealisti e un podestà orgogliosamente fascista ma pure omosessuale, scavi notturni, rapimenti di belle, ripicche tra cafoni arricchiti e cafoni e basta, lotte tra aspiranti briganti finchè i carabinieri del Re intervengono e mettono ordine alla bell’e meglio. Il lieto fine è assicurato, ma stile commedia all’italiana: pagano i cattivi sì, ma solo quelli poveri. Quelli ricchi riescono sempre a farla franca, anzi franchissima.
“Un tesoro di contadina” è edito da Koinè nuova edizione.