Delfini scarichi e senza energie, durano un solo tempo. In questa stagione è avvenuto troppe volte, senza che il tecnico riesca a spiegarlo.
In attesa del verdetto sulla Viola Reggio Calabria, atteso per domani, in merito alla questione stipendi, il Basket Agropoli è oggi, sul campo, retrocesso in serie B. Naturalmente tutte le digressioni sulla stagione verranno effettuate, in modo più puntuale dopo la decisione della federazione (si ipotizza per i calabresi una multa oppure alcuni punti di penalizzazione), ma ciò che rimane è la prestazione, l’ennesima, con parecchi punti scontati al passivo dei delfini. Da notare come spesso ciò sia avvenuto fuori casa, dove in questa stagione maledetta gli agropolesi sono stati schiantati da parecchi avversari. Un Basket Agropoli, che non riesce a smentire il leitmotiv dell’annata 2016-2017, ossia una squadra non in grado di reggere i 40 minuti effettivi delle partite. Come già successo tante altre volte. Una squadra che ha una faccia nel primo tempo, con la grinta di Romeo, ed una spenta nella ripresa quando il coach Finelli ha ammesso candidamente che la squadra aveva perso la benzina.
Il tecnico, ormai ci ha abituati quest’anno a conferenze stampa, che sembrano delle pantomime in cui si ripetono sempre le stesse frasi, che nulla spiegano dei motivi delle prestazioni del roster. Che la squadra non ce la faccia a correre per tutti i periodi, lo vede anche un bambino neonato, non c’è bisogno di queste analisi, a meno che le intenzioni del coach siano quelle di divenire un giornalista- opinionista, anzichè un allenatore. Un tecnico dovrebbe fornire prima di tutto risposte precise, ossia deve spiegare i motivi di queste prestazioni. E dovrebbe avere l’umiltà di dimettersi. Grandissime colpe le ha anche la società che invece di prendere in mano la situazione, si è affidata mani e piedi ad un allenatore che non è riuscito quest’anno a tenere in mano lo spogliatoio ne ad attuare soluzioni tecniche convincenti, se si escludono le intuizioni tardive sulla posizione di Contento, che infatti da guardia pura ha reso molto di più. I massimi dirigenti del Basket Agropoli si sono invece cullati, nella speranza che Finelli portasse fuori dalla crisi profonda i delfini. Una dirigenza, tuttavia, non deve sperare, bensì prevenire,programmare. La speranza dev’essere prerogativa dei tifosi, non di chi dirige una società in una categoria di tale importanza. Le ricostruzioni da libro cuore, in questa fase sono inutili e non servono. Sappiamo benissimo infatti che occorre essere grati ad una dirigenza dal punto di vista storico, per aver trascinato la squadra in tanti anni dalle serie inferiori in A2, ma ogni stagione ha una una sua fisionomia, ed i risultati parlano chiaro. E lo faranno ancora di più da domani, se non dovessero arrivare i punti di penalità dei calabresi. In quella sede, a risultato sportivo acquisito, potremmo provare a delineare anche gli scenari futuri dei delfini, almeno per ciò che concerne le linee guida. Per ora il campo ha dato il suo verdetto. Basket Agropoli in serie B.