Polemiche e insulti contro i migranti
In queste settimane molti comuni stanno decidendo se aderire o meno allo Sprar, il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati.
Tanti gli amministratori che non sono disposti ad aprire le porte dei loro comuni ai profughi dando quale motivazioni l’ordine pubblico o la mancanza di progettualità nei programmi d’integrazione (vedi Castellabate e Castelnuovo Cilento). In altri casi (come Agropoli), invece, ci sono sindaci pronti a dire si allo Sprar, evidenziandone i benefici: tra questi la clausola di salvaguardia contenuta nell’accordo tra Anci e Ministero dell’Interno che prevede un numero massimo di immigrati di 3,3 ogni mille abitanti.
In alcuni casi, infine, c’è chi, come il sindaco di Monteforte Cilento Antonio Manzi, vede nell’arrivo degli immigrati un’opportunità per riformare il tessuto sociale della comunità, frenare la crescita zero del territorio e permettere alle famiglie di stranieri che giungeranno in paese di tornare ad occuparsi delle attività che molti non svolgono più.
Proprio questa proposta ha spaccato il web. Attraverso la pagina Facebook di Info Cilento in molti stanno già esprimendo il loro dissenso per questa iniziativa, basandosi su concetti più volte ripetuti anche dai partiti nazionali. Tra questi il più gettonato è: “prima gli italiani”.
C’è chi evidenzia che gli immigrati “non hanno alcuna voglia di lavorare” pertanto difficilmente potranno tornare a svolgere mestieri che molti hanno abbandonato come la coltivazione delle terre incolte. Altri parlano di rischio “sostituzione etnica” ed evidenziano che l’ipotesi non è assolutamente da percorrere; c’è infine chi propone aiuti alle famiglie del posto e incentivi ai giovani per farli restare in paese anziché favorire l’arrivo di extracomunitari. Non mancano utenti che si dicono invece favorevoli alla proposta, evidenziando l’importanza di accogliere gli fugge da terre lontane e favorire l’integrazione.
La polemica sul caso resta aperta e probabilmente non avrà mai fine. Ci sono comunità che convivono con gli immigrati ormai da tempo, altre dove c’è sempre grande diffidenza verso gli stranieri. La stessa adesione allo Sprar, in molti casi, pare più un compromesso che una reale volontà di aiutare i migranti.