Con un’intelligenza artificiale è riuscito a sbrogliare un problema che neanche i supercomputer riuscivano a risolvere
AGROPOLI. Giuseppe Carleo, 33 anni e originario del centro cilentano, è un fisico teorico che ha pubblicato sulla prestigiosa rivista Science un articolo su un suo ultimo importantissimo lavoro. Docente del Politecnico Federale di Zurigo, il giovane agropolese spiega come i calcoli di meccanica quantistica “sull’infinitamente piccolo” siano troppo complessi per la mente umana.
Lo erano stati, finora, anche per i supercomputer più potenti al mondo. Oggi, però, Carleo mostra come una complessa intelligenza artificiale sia riuscita nell’impresa. Si tratta di una rete neurale che è stata capace di descrivere il comportamento dei singoli atomi e identificare la posizione di ognuno di essi. Carleo ha spiegato che, mentre i supercomputer finora utilizzati riuscivano a gestire le informazioni di un massimo di cinquanta atomi, il nuovo modello di intelligenza artificiale è riuscita a contemplarne un centinaio.
Questa scoperta è di importanza non trascurabile: conoscere la perfetta posizione degli atomi può essere utile per lo studio di materiali come i superconduttori e per comprendere la struttura di molecole complesse. Mentre gli studenti di fisica impiegano giorni per capire le equazioni che regolano fenomeni così complessi, la rete neurale messa a punto da Carleo lo ha fatto nel giro di poche ore. Ad affiancare il giovane fisico nel suo lavoro, il collega Matthias Troyer che lavora anche al gruppo di computazione quantistica di Microsoft.
Per giungere al risultato, si sono avvalsi di uno dei più potenti calcolatori d’Europa che si trova a Lugano, al Centro svizzero di calcolo scientifico. Lo studio di Carleo e Troyer ha dimostrato che l’intelligenza artificiale può superare quella umana in campi in cui il nostro cervello si muove a fatica, trattandosi di “concetti controintuitivi” per l’uomo e che la rete neurale riesce a cogliere perché scevra di preconcetti e intuizioni.
Siamo ancora lontani dal poter affermare che l’intelligenza artificiale ci supererà, ma è stato lo stesso Carleo ad ammettere che alcune delle conclusioni cui è giunta la rete neurale sono risultate incomprensibili per lui. L’uomo, dunque, riesce a mettere a punto macchine che capiscono ciò che egli non può.