L’insigne italianista scomparso il 5 gennaio venne insignito nel 2009 del premio “Vico”
La morte di Tullio De Mauro ha scosso il mondo della cultura italiana. l’insigne studioso, esperto di lingua italiana, è scomparso il 5 gennaio all’età di 84 anni (ne avrebbe compiuti 85 a marzo). Enorme il suo impegno per la cultura del nostro Paese, tant’è che nel 2009 la Fondazione Giambattista Vico lo insignì del premio “Vico” destinato alle personalità di rilievo del panorama culturale nazionale ed interazionale. «Un uomo dalla sconfinata cultura – lo ricordo il presidente della Fondazione Vincenzo Pepe – dall’animo nobile e sensibile. Con lui se va un importante tassello della storia dell’Italia e del Mondo intero». De Mauro nacque nel 1932 a Torre Annunziata ma la sua vita politica e culturale si svolse a Roma. Ha ricoperto il ruolo di Ministro dell’Istruzione dall’aprile del 2000 al giugno del 2001 nel secondo governo guidato da Giuliano Amato. Il linguista, molto fuori gli schemi, nei suoi scritti ha denunciato “l’analfabetismo funzionale” e cioè “quell’incapacità di passare dalla decifrazione e faticosa lettura alla comprensione di un testo anche semplice”, tipica dell’utente dei social networks. Socio ordinario dell’Accademia della Crusca ha diretto per diversi anni il premio letterario “Strega“.