Rinviata l’ultima udienza per l’opposizione all’archiviazione
CAPACCIO PAESTUM. Era il 26 marzo 2012 quando la piccola Debora Feo morì per cause in corso di accertamento da parte della magistratura di Vallo della Lucania che per il tragico evento rinviò a giudizio su richiesta dell’allora procuratore Alfredo Greco diversi sanitari. Ebbene a quasi cinque anni dal fatto i genitori chiedono giustizia e si appellano al presidente del Tribunale. La prima udienza che si doveva svolgere mercoledì scorso è stata infatti per l’ennesima volta rinviata per assenza di giudici togati, “un fatto a dir poco sconcertante – afferma l’avvocato Ciro Del Grosso del foro di Salerno – se si pensa che da oltre un anno unitamente alla collega Elena Conte, abbiamo presentato richiesta di opposizione all’archiviazione della posizione di alcuni sanitari indagati ma in merito non abbiamo ricevuto alcuna risposta”. I familiari della piccola continueranno la loro battaglia affinché tali episodi non si ripetano, ma chiedono aiuto alla giustizia affinché faccia il suo corso. L’episodio accese le luci sull’emergenza neonatale, infatti in Regione Campania esistono solo due mezzi attrezzati ma inspiegabilmente sono collocati uno a Caserta e l’altro a Napoli a circa trenta minuti si distanza, lasciando letteralmente scoperta la provincia di Salerno così vasta e geograficamente impervia.