La statua di Padre Pio ad Ogliastro Cilento. Il commento
Come ogni mattina dai tempi del liceo apro la mia giornata con una veloce Rassegna Stampa. Venti anni fa andavo nella gloriosa libreria Progetto 21 di Ogliastro Cilento ad acquistare LA REPUBBLICA (oggi sede di una associazione culturale) poi giravo i vari bar del mio paese per poter leggere altri quotidiani accompagnando il tutto con un buon caffè. Oggi nell’era di internet basta un clic per sapere tutto ciò che ci accade intorno. I mie gusti giornalistici sono cambiati, leggo come primo giornale IL FATTO QUOTIDIANO,un giornale che ritengo libero da ogni tipo di compromesso. Un giornale che non ha né padrini né padroni. Sulla prima pagina del quotidiano on line di oggi ventitré ottobre c’ è un articolo su Ogliastro e la ormai famosa Statua di Padre Pio. Pensavo che il Progetto fosse messo in cantina,dopo gli innumerevoli articoli delle testate giornalistiche nazionali ed internazionali che ironizzavano su un opera tanto inutile quanto irrealizzabile,dopo le ore di trasmissioni televisive pomeridiane dalla RAI ai canali MEDIASET,dopo l’arringa audace e sarcastica che aveva fatto Luciana Littizzetto nella trasmissione di Fabio Fazio CHE TEMPO CHE FA. Niente di tutto ciò. Il Progetto della realizzazione continua ed a leggere bene l’articolo: “resta sul piatto e alla vicenda si aggiungono nuovi tasselli. Ad aderire alla costruzione della mega statua e al centro di ricerca c’è adesso la Fondazione Alessandro e Teresa Martino, del Cardinal Martino di Salerno, oltre ai Comuni di Ogliastro e di Prignano Cilento, tra loro confinanti. A settembre, nero su bianco, è stato siglato un protocollo d’intesa: sebbene non sia indicato con precisione l’intervento economico con cui la Fondazione interviene nell’opera, potrebbe stupire il suo interesse, se non altro per la tipologia di investimento. Un impegno “fisso e inderogabile”, quello assunto dalla Fondazione Martino con la firma del protocollo, che la obbliga a pagare una penale del 10% dei totali 150 milioni nel caso in cui decidesse di ritirarsi dall’accordo con il comune di Ogliastro, che a sua volta prende in carico le spese progettuali. Nella visione del turismo religioso della giunta cilentana, insieme alla statua in località Tempone degli Zingari, tra Ogliastro e Prignano, così grande da essere “visibile dall’intero Cilento”, dovrebbe essere costruita anche una struttura di accoglienza in grado di accogliere le masse di fedeli in visita”. A questo punto il mio sconcerto è tanto. Sono contrario alla realizzazione dell’opera che deturperebbe in maniera indelebile il paesaggio e poi cerco di riflettere sulla effettiva fattibilità, centocinquanta milioni di Euro sono tanti ,troppi, si potrebbe finire con questa cifra la Salerno-Reggio Calabria.Quello che però mi lascia con più sconcerto è che : “sulla collina del Tempone c’è una frana di tipo P4 (“molto elevata”): tutto documentato dalle mappe dell’Autorità del Bacino del Sele, dai cui studi emerge che in realtà gran parte del territorio di Ogliastro è interessato da un dissesto idrogeologico. Tradotto vuol dire che la collina non può essere interessata da aumenti di volumetria, e dunque da nuove costruzioni, ma solo da eventuali opere di risanamento.” Prima di fare altre delibere,si faccia uno studio serio di fattibilità dell’opera,si ragioni sui costi e i benefici dell’opera stessa,si consulti la popolazione con assemblee pubbliche(magari ci può essere anche la proposta di un Referendum popolare),si dica anche di aver sbagliato, in effetti siamo esseri umani ed in quanto tali possiamo anche sbagliare nel pensare o nel fare qualcosa .E’ possibile poi che la nuova Giunta ed il nuovo Consiglio Comunale di Ogliastro rinnovato nella metà dei suoi componenti a giugno scorso, faccia un passo in avanti,accantoni questo Progetto ,tanto costoso quanto dannoso. Non vorrei che se il Progetto della Statua avanza,la nuova maggioranza arretra e si arrocca su posizioni assurde per la nostra realtà. Ogliastro ha bisogno d’altro,di tutelare quello che già c’è o c’era(come la PROLOCO) e di assicurare quei servizi minimi di cui ha bisogno il cittadino. Nei nostri piccoli comuni serve vivibilità e sostenibilità nello sviluppo,non abbiamo bisogno di opere faraoniche che si iniziano e non finiscono,per il semplice motivo che non possono esistere con costi così elevati. Mi auguro che si elevino tante voci fuori dal coro per un dibattito che interessa due Paesi ed un intero territorio.