“Avere un centro fieristico, secondo in Campania solo alla Mostra d’Oltremare doveva essere un punto di forza per la città”
VALLO DELLA LUCANIA. Centro fieristico abbandonato a sé stesso. La denuncia arriva dal deputato del Partito Democratico Simone Valiante che torna a puntare l’attenzione sul polo di Pattano, già in passato finito al centro di polemiche. “Abbiamo rinunciato alla gestione del consorzio artigiani e di quanti in passato, cittadini ed istituzioni, avevano fatto in modo, con tanti eventi di rilievo nazionale ed internazionale, che diventasse un punto di riferimento. Avere un centro fieristico, secondo in Campania solo alla Mostra d’Oltremare doveva essere un punto di forza per la città”. Il Parlamentare cilentano non esita a criticare le scelte strategiche dell’amministrazione comunale che vorrebbe trasformare il centro in “un hub per le imprese”. “Quali imprese? – domanda Valiante – non ci sono le aree artigianali ed industriali per fare questo? Mi dispiace per quanti in passato si sono battuti per realizzare un’opera unica e dobbiamo chiedere scusa a quei Comuni che per anni si sono battuti, senza esito, per realizzare nel proprio territorio un centro fieristico”.
L’attenzione del deputato Pd, è rivolta anche ad altre grandi opere, come la nuova variante di Vallo della Lucania: “Si perdono due milioni di euro di fondi europei per un’opera che mi è costata battaglie politiche. Un’opera essenziale per la città. Ma anche lì nessuno parla”.
“Non servono i colori politici, le idee e neanche lo sforzo a volte ammirevole ma magari poco lungimirante di quanti amministrano. È un’idea di città ripiegata su stessa e trasformata in trattative singole che non va bene. Basti vedere il capitolo partecipate. Forse è anche quella una visione politica di maggioranza magari. Tuttavia, se c’è una coscienza civile che va al di là di questo, risvegliatela – conclude laconicamente Simone Valiante – Perché tra poco le belle luci di quella città serviranno solo ad illuminare il vuoto di gente che non incontri nelle belle piazze e di imprese che hanno gettato la spugna”.