Sottoscritto protocollo per lo sviluppo turistico sostenibile
Si sono ritrovati nella sala convegni dell’Oasi Alento, 22 sindaci del Cilento. In rappresentanza di quasi cinquantamila abitanti. Per firmare un protocollo d’intesa che li impegni ad un piano di sviluppo per il bacino dell’Alento. Che li obblighi a rompere con il passato. E lo hanno sottoscritto, consapevoli che «il singolo poco possa fare» e che «sia fondamentale unire le forze per preservare il territorio». Obiettivo principale, dunque, dare attuazione al Piano ed avviare la macroarea del bacino dell’Alento sul terreno dello sviluppo economico e sociale sostenibile.
Il protocollo è stato sottoscritto lo scorso 30 luglio a Prignano Cilento, nell’ambito dell’incontro dibattito sul Piano ‘Parkway Alento’ promosso dal Consorzio di Bonifica ‘Velia’ con la collaborazione del prof. Carlo Blasi, docente all’Università La Sapienza di Roma, e del gruppo multidisciplinare costituito presso il Consorzio. L’obiettivo del Piano ha abbattuto campanili e colori politici, unendo per la prima volta oltre venti piccoli comuni, 22 per la precisione, e i presidenti del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, delle Comunità Montane Gelbison–Cervati, e Alento–Monte Stella, del Consorzio Velia e della Fondazione Alario per Elea–Velia Onlus. E’ il Consorzio Velia, struttura tecnica e “promotore”, a spiegare di cosa si tratta.
Progetto tra i primi in Campania «Si tratta di un Piano che, per la sua portata innovativa, è da considerarsi un progetto pilota, tra i primi a livello regionale, per l’utilizzo dello strumento di finanziamento denominato I.T.I.(Investimento Territoriale Integrato) e nel contempo un modello per lo sviluppo economico sostenibile ed integrato anche per altre aree interne della Campania». «L’idea – si legge nell’accordo – è di favorire la penetrazione verso l’interno di flussi turistici, attualmente localizzati lungo la costa, e nello stesso tempo promuovere una maggiore fruizione nel corso dell’anno dell’intero territorio interessato. La Parkway è quindi un’occasione per attraversare in modo sostenibile una porzione del Cilento, valorizzando ed evidenziando le peculiarità di tutti i Comuni presenti nel Bacino dell’Alento». Uno dei temi centrali della Parkway è la «mobilità sostenibile»: nel caso specifico prende il via dal completamento di circa 2,7 chilometri necessari al collegamento dell’Oasi Alento con l’abitato di Gorga nel Comune di Stio. Si tratta di un essenziale completamento, che avrà il compito di mettere in relazione due importanti “porte del Parco”: il Comune di Stio, varco di accesso interno al Parco Nazionale, da cui poi sono facilmente raggiungibili gli abitati storici di Campora, Laurino, Piaggine e Magliano nonché il Monte Cervati e le Gole del Calore, e l’Oasi dell’Alento “porta di media e bassa valle” da cui è facile ipotizzare il maggior incremento in termini turistici.
Pellegrino: «Occasione vera di rilancio» Il Piano ha trovato l’immediata intesa del presidente del Parco nazionale del Cilento, Alburni e Vallo di Diano Tommaso Pellegrino perché – ha detto – «coerente il nuovo indirizzo europeo in merito alla conservazione e valorizzazione degli ecosistemi e dei loro servizi, che offre una grande occasione di rilancio dei territori rurali delle aree interne attraverso interventi di valorizzazione e conservazione del capitale naturale e culturale e dello sviluppo sostenibile secondo il nuovo paradigma della green economy». Nel contesto del Piano, inoltre, il ruolo del Consorzio Velia è stato quello di struttura tecnica, per cui il quadro delle competenze di tutti gli enti è rimasto immutato. A firmare sono stati i sindaci dei comuni di Ascea, Campora, Cannalonga, Casal Velino, Castelnuovo Cilento, Ceraso, Cicerale, Gioi, Lustra, Magliano Vetere, Moio della Civitella, Monteforte Cilento, Novi Velia, Omignano, Orria, Perito, Prignano Cilento, Rutino, Sessa, Salento, Stella Cilento, Stio e Vallo della Lucania, oltre ai presidenti dell’Ente Parco, della Comunità montana Gelbison Cervati, della Comunità Montana Alento Monte Stella, la Fondazione Alario per Elea Velia Onlus e il presidente del Consorzio Velia.
Comuni coinvolti «La risposta dei Comuni – spiega ancora il Consorzio – è stata positiva perché il Piano ha indicato un percorso credibile e realistico che consente di conseguire più obiettivi in linea con la programmazione comunitaria 2014–2020, tra cui la costituzione della “Città–Verde”, articolata a rete sui 22 insediamenti urbani del Bacino, la conservazione e la tutela del capitale naturale e del capitale storico–culturale, il rilancio dell’agricoltura puntando sulla produzione dei prodotti autoctoni che sono alla base della dieta mediterranea, l’introduzione nel Bacino di un’offerta turistica nuova, attraverso la fruibilità diversificata di tipo naturalistico, sportivo, escursionistico, gastronomico, culturale, che sia in grado di accogliere flussi di visitatori tutto l’anno e non solo nel periodo estivo come oggi avviene sulla costa». In sintesi: «I visitatori potranno godere sia delle molte bellezze rurali, ambientali e paesaggistiche sia delle peculiarità e specificità di ciascun Comune coinvolto».
Cemento zero Il pensiero corre subito a come conservare il patrimonio presente. Un altro obiettivo del Piano è rappresentato proprio dal fatto che non si basa sul cemento, ma solo sul completamento del notevole patrimonio infrastrutturale realizzato negli ultimi 50 anni e sulla realizzazione di piccole opere finalizzate alla messa in rete dell’inestimabile patrimonio naturalistico, paesaggistico e culturale e sulle altre potenzialità del territorio. «Senza queste ed altre motivazioni sarebbe stato impossibile coinvolgere l’intera comunità ed ottenere il supporto del presidente del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni», spiega ancora il Consorzio.
Unione per combattere spopolamento Un Piano lanciato anche per un altro motivo. I numeri dello spopolamento, perfino drammatici, per il divario tra morti e nascite, nei paesi dell’entroterra, hanno spinto a vere e proprie analisi, da parte del Consorzio, ma anche dei sindaci, che hanno condiviso all’unanimità il Piano e la sottoscrizione dell’Accordo–Quadro. «Il territorio sta subendo tutto ciò che i comuni interni stanno vivendo: l’invecchiamento della popolazione e l’abbandono dei centri rurali. – spiega il Consorzio sottolineando che – grazie al Piano, il territorio può finalmente cominciare ad agire in modo coordinato, con obiettivi chiari e realizzabili, operando nel rispetto di una programmazione integrata di area vasta». Con la sottoscrizione dell’Accordo–Quadro inizia, quindi, la fase attuativa del Piano nel corso della quale gli Enti sottoscrittori si sono impegnati, nel rispetto delle competenze di ciascuno, ad operare in modo coordinato all’interno di uno scenario strategico di riqualificazione territoriale che dovrà rappresentare la cornice entro cui inserire le attività di tutti i soggetti operanti sul territorio.