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Sbarco migranti a Salerno, Questore: «3000 euro per un viaggio». Tre scafisti nei guai

Donne abusate e sfruttate durante il viaggio, indagini in corso della Squadra Mobile. «Migranti hanno collaborato»

A cura di Raffaella Giaccio
Pubblicato il 8 Aprile 2025
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Dopo lo sbarco avvenuto ieri presso il Molo Manfredi di Salerno, sono stati fermati tre presunti scafisti tra i 108 migranti arrivati a bordo della nave umanitaria Aita Mari, gestita dall’organizzazione Salvamento Marítimo Humanitario.

Le attività d’indagine

Le indagini lampo condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Salerno e dalla Guardia di Finanza hanno portato al fermo di tre cittadini egiziani di 24, 21 e 40 anni. Il provvedimento è in attesa di convalida da parte dell’autorità giudiziaria.

I 108 migranti erano stati salvati nel Mar Mediterraneo nel corso di due distinte operazioni di soccorso (SAR). Secondo gli inquirenti, i tre scafisti arrestati sarebbero responsabili della conduzione del barchino protagonista del primo intervento di salvataggio.

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Le parole del Questore

“Ieri abbiamo attivato una macchina ben collaudata per garantire il primo soccorso e l’assistenza umanitaria. La priorità resta la salute dei migranti, ma parallelamente proseguiamo con l’attività investigativa per individuare chi li sfrutta”, ha dichiarato il questore di Salerno, Giancarlo Conticchio, durante una conferenza stampa.

Molti dei migranti hanno raccontato di aver pagato cifre elevate per intraprendere il viaggio verso l’Europa.

“Si parte da 3.000 euro, oltre alle violenze subite prima della partenza. Il nostro pensiero va a loro, a quelle donne e a tutte le persone abusate e sfruttate”, ha aggiunto il questore.

Le testimonianze raccolte dai migranti si sono rivelate fondamentali per le indagini.

“C’è stata un’intensa attività da parte della Squadra Mobile e della Guardia di Finanza, che ringrazio. I migranti hanno collaborato attivamente”, ha confermato ancora Conticchio.

Ai migranti coinvolti viene ora applicata una procedura accelerata per il rilascio di un permesso di soggiorno di lunga durata, anche in relazione a possibili abusi subiti nei paesi di partenza.

“Stiamo valutando i casi di violenze pregresse, in particolare contro le donne. Non è semplice farle emergere, ma grazie al lavoro dei mediatori culturali alcuni dettagli stanno venendo alla luce”, ha concluso il questore.

TAG:Salernosbarco
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