La Procura di Salerno ha ufficialmente chiuso le indagini sull’omicidio di Angelo Vassallo, confermando sviluppi che legano il delitto a un traffico di droga e a interessi camorristici. “Giovedì 6 febbraio 2025, Domenico Palladino mi ha querelato. Oggi, dai media, apprendiamo che si è chiuso un secondo filone d’indagine sul traffico di droga, segnando una svolta significativa nelle indagini sull’omicidio di mio fratello, Angelo Vassallo, il ‘sindaco pescatore’ di Pollica. Non solo i quattro arrestati – Fabio Cagnazzo, Lazzaro Cioffi, Romolo Ridosso e Giuseppe Cipriano – accusati di aver pianificato ed eseguito l’omicidio, ma anche altri soggetti risultano coinvolti. Tra questi, oltre a Palladino, ci sono i fratelli Giovanni e Federico Palladino, e Giovanni Cafiero, tutti legati a un’associazione camorristica dedita al traffico di stupefacenti con base a Scafati. Una ‘bella compagnia’ che, come Fondazione Vassallo, abbiamo sempre denunciato con determinazione”, dichiara Dario Vassallo, Presidente della Fondazione Angelo Vassallo Sindaco Pescatore.
“Dopo 14 anni sta emergendo la verità”
“Oggi, dopo oltre quattordici anni di lotte, finalmente una verità inizia a emergere, una verità che per troppo tempo è stata nascosta e che qualcuno ha cercato di insabbiare. L’omicidio di Angelo, avvenuto nel settembre 2010 ad Acciaroli, non è stato solo un crimine contro un uomo, ma contro la giustizia, contro la legalità che lui stesso difendeva. Il suo coraggio nel voler denunciare il traffico di cocaina lungo la costa cilentana gli è costato la vita. Le indagini hanno subito ostacoli, depistaggi e silenzi, ma oggi, grazie al lavoro della magistratura, la luce della verità sta squarciando il buio dell’omertà.
“Non possiamo permettere che il sacrificio di Angelo venga tradito dall’indifferenza o dalla paura”
Chiediamo con forza al Partito Democratico, il partito di Angelo, di prendere una posizione chiara e di agire con determinazione nel Cilento. È necessario fare luce sulle responsabilità politiche di chi, per anni, ha scelto di non vedere, di non parlare e di non cercare la verità. Non possiamo permettere che il sacrificio di Angelo venga tradito dall’indifferenza o dalla paura. La strada verso la giustizia è ancora lunga, ma questo è un passo fondamentale, non solo per Angelo, ma per l’intero Paese”, conclude Dario Vassallo.