L’elezione del nuovo presidente della Comunità del parco ridisegna parzialmente la geografia politica nel comprensorio del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Per la prima volta il Partito Democratico si ritrova diviso, con una parziale spaccatura che mai era emersa in maniera così evidente da quando al vertice dei Dem e della Regione Campania c’è Vincenzo De Luca. Lo conferma l’interesse per questa elezione (più politico che pratico) da parte del partito.
Le pressioni del PD
Le votazioni, e alcune fasi precedenti, hanno fatto registrare la presenza costante del segretario provinciale dei Dem, Vincenzo Luciano, e l’impegno pressante dell’onorevole Piero De Luca. Quest’ultimo, anche ieri, non ha mancato di sollecitare gli amministratori locali ad una unione che di fatto non si è trovata nonostante i tentativi fatti anche ad assemblea in corso.
La fuga in avanti di Mondelli, sostenuta tra gli altri da Simone Valiante, Vincenzo Speranza e Gino Marotta, la dice lunga sulla situazione, così come i momenti di tensione registrati durante l’assise.
Il centro-destra
In questo contesto il centro-destra, consapevole di non avere i numeri per avanzare proposte, è riuscito a essere compatto sul presidente ed ha evitato spaccature sulla nomina del vicepresidente, carica andata a Giuseppe Orlotti, esponente del partito di Salvini.
Sul presidente, invece, sette rappresentanti di Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno sostenuto Mondelli insieme ai dissidenti del PD (22, circa il 30%), provando a mettere ulteriormente in evidenza tensioni e spaccature. La Lega, invece, ha stretto un clamoroso accordo con il centro-sinistra tramite il consigliere regionale Attilio Pierro.
Cosa cambia
Dopo questo appuntamento, mai così sentito, la geografia politica si diversifica. C’è chi resta alla finestra in attesa di ribaltoni al vertice del PD provinciale e regionale; chi se ne allontana, stanco pure delle influenze sulle scelte territoriali e delle continue pressioni; chi strizza l’occhio ad altri partiti, vista l’intesa che già ieri si è trovata con il centro-destra.
Dall’altra parte c’è chi fornisce una differente chiave di lettura: il Partito Democratico è coeso, ha riunito tutti i sindaci e la candidatura di Mondelli non va vista in modo divisivo ma collocata nell’ambito di Fratelli d’Italia e sostenuta da qualche scissionista messo ai margini dai Dem. In questo contesto solo la Lega uscirebbe vincitrice grazie all’elezione di Orlotti che ha prevalso sull’esponente di Forza Italia Gianluca D’Aiuto.
Al di là delle interpretazioni qualcosa da rivedere sicuramente c’è. Chiaro il monito di Raffaele Mondelli condiviso dai dissidenti: “Fossi nel segretario provinciale del PD, sarei attento a incaute e superficiali analisi, e coglierei piuttosto il senso di un disagio espresso nel voto di stasera, che è segnale di una richiesta di dignità, di autonomia e di maggior rispetto per i diversi territori”. Al sindaco di Omignano va comunque il merito di aver rifiutato ogni tipo di avances per tirarsi indietro.
Il futuro
Le prossime settimane permetteranno di capire di più e soprattutto si comprenderà quali saranno le reazioni “all’ammutinamento” in seno al PD. C’è chi è certo che ieri non si è vista ancora la punta dell’iceberg. Probabilmente quanto visto ieri potrebbe rappresentare lo specchio di qualcosa che accadrà in vista dei prossimi appuntamenti elettorali.
Intanto, spetterà al neo presidente della Comunità del Parco, Stefano Sansone, dimostrare che l’organismo può avere un ruolo concreto nello sviluppo del territorio, giustificando l’attenzione che le elezioni dei suoi vertici hanno avuto in queste settimane.