Prevenzione, sensibilizzazione e diagnosi restano le armi principali per ridurre la mortalità legata al tumore al seno. A confermarlo gli esperti che, ieri pomeriggio, sono intervenuti nel corso dell’incontro che si è svolto a Salerno e che ha visto al centro il ruolo, fondamentale, della breast unit dell’azienda ospedaliera San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, un centro d’eccellenza non solo del territorio ma a livello nazionale.
La giornata
L’evento è stato organizzato dall’Associazione Angela Serra per la Ricerca sul Cancro – sezione di Salerno, con il Patrocinio del Comune di Salerno, con lo scopo di illustrare il ruolo e il funzionamento di questi centri multidisciplinari specializzati nella diagnosi e cura del tumore del seno partendo proprio dalla Breast Unit che è attiva sul territorio. Secondo gli ultimi dati dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), nel 2024 sono stimate circa 53.686 nuove diagnosi di tumore del seno, il più comune tra le donne. Secondo la stessa fonte, la sopravvivenza netta a 5 anni dalla diagnosi è dell’88% e la probabilità di vivere ulteriori 4 anni – condizionata ad aver superato il primo anno dopo la diagnosi – è del 91%. Percentuali decisamente incoraggianti e ovviamente correlate alla prevenzione e alla tempestività e qualità delle cure.
Il commento
“Ecco perché è importante parlare di Breast Unit e parlarne al grande pubblico – dice Arturo Iannelli, presidente della Commissione Ambiente e cultura del Comune di Salerno -. Questi centri sono stati istituiti in Italia in recepimento di una raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea del 2003 per garantire un accesso equo a diagnosi tempestive e cure di alta qualità, come è stato ribadito anche dalla European Society of Breast Cancer Specialists, EUSOMA”.
Presenti al convegno anche il dottor Antonio Spadino, responsabile della Breast Unit dell’A.O.U Ruggi, e la dottoressa Maria Lamberti, chirurgo senologo presso la stessa struttura.