I numeri che freneticamente centro destra e centro sinistra stanno rincorrendo faranno un Presidente e un Vice, ma senza un progetto e una Visione l’enorme eredità di un grande PATRIMONIO non ha futuro.
Amara riflessione, dopo anni di impegno, di volontà di una consapevole opportunità di svolta (vedi Matera) , le lacerazioni, i protagonismi e la frammentazione territoriale rischiano ancora una volta di isolare il territorio del Parco più grande d’Italia.
Chi si candida deve avere un progetto e soprattutto una competenza e capacità di saperlo rappresentare e attuare con strumenti e finanziamenti adeguati. Si procede a Vista…, nel nostro territorio spesso ci si affida a competenze esterne, senza guardarsi intorno, auspicando che una “esterofilianostranacompulsiva” possa portare novità e opportunità, senza passione e interesse per il territorio con lo sguardo completamente centrato sui propri interessi, senza traguardi ambiziosi e spesso senza sapere di quello di cui si parla, si va avanti per slogan e proposte trite e ritrite, mentre il mondo cambia e gli orizzonti del Cilento sono sempre più lontani.
Per non essere di parte, ho chiesto a ChatGPT, quale futuro per la Comunità del Parco del Cilento Vallo di Diano e Alburni, la risposta in sintesi :
“Il futuro della Comunità del Parco del Cilento dipenderà da come riuscirà a rispondereallesfidecontemporanee,mantenendounequilibriotralatutela
dell’ambiente,losviluppoeconomicosostenibileelavalorizzazionedelpatrimonio culturale. Ecco alcuni scenari che potrebbero delinearsi:
- SostenibilitàeTurismoResponsabile
- PromozionedeiProdottiLocali
- InnovazioneeAgricolturaSostenibile
- CulturaeEducazioneAmbientale
- CollaborazioneeRetiInteristituzionali
- Adattamento ai Cambiamenti Climatici,… per rendere il territorio più resiliente, adottandopratichedigestionedelrischio,tutelandolerisorseidricheepromuovendo soluzioni naturali per contrastare la perdita di biodiversità.”
Prima di una votazione è necessario che ci sia un processo partecipato di ambizione, verso traguardi compatibili condivisi e lungimiranti, ma per fare questo sono necessari, incontri e confronti aperti dinamici sui problemi e le difficoltà da trasformare in opportunità e sguardi lungimiranti per “restanti” e “tornanti”. Nella mia personale esperienza ricordo il “Manifesto di Palinuro” costruito dal Parco con tutti i Presidenti delle Comunità di Parco Italiani che prospettavano INSIEME ai Comuni dei Parchi, Visioni e prospettive,… arrivarono il progetto APE (Appennino Parco d’Europa), il PIT e il PIRAP del Parco con ingenti investimenti nel recupero di una rinnovata fiducia ed accoglienza di una prospettiva di riqualificazione dei centri storici, dei beni culturali e dell’ambiente senza precedenti… vivendo di rendita negli anni successivi su quelle prospettive e dopo questo … il nulla.
Si aspetta invece che le parti “politiche” si dilaniano su nomi e cognomi, frammentando il voto fino a distruggere, ogni prospettiva, ogni ambizione, ogni volontà, ogni futuro.
E’ già successo e più volte in questi ultimi 20 anni, con alterne e imbarazzanti stagioni di “potere” inefficace e incapace di cogliere le prospettive di un immenso patrimonio di natura e cultura che anche l’intelligenza artificiale può semplicemente produrre.
Fermatevi e non facciamoci male ancora una volta, evitando che decidano altri tavoli per noi, che si riprenda il cammino su tavoli di confronto, virtuosi e lungimiranti ma territoriali ed interistituzionali su: spopolamento, istruzione, mobilità, turismo, sanità, agricoltura, con un modello di partecipazione attiva dei cittadini del Parco.
Domenico Nicoletti – Già primo direttore del Parco e coordinatore di Campus Mediterraneo