Petina, l’antico borgo “incollato” alle pendici degli Alburni
La Storia di Petina.
Le origini, secondo alcuni studiosi, risalgono attorno all’anno Mille, quando si sviluppò tramite la suddivisione in rioni. Dal 1811 al 1860 ha fatto parte del circondario di Postiglione, appartenente al Distretto di Campagna del Regno delle Due Sicilie. Dal 1860 al 1927, durante il Regno d’Italia, ha fatto parte del mandamento di Postiglione, appartenente al Circondario di Campagna.
Cosa Visitare a Petina.
Il paese, alle pendici degli Alburni, situato sotto i monti Forloso e Pietralata, in un territorio ricco di boschi di faggi, pini e lecci, si affaccia sul vallone di Sant’Onofrio, già vallone della Colonna, e conserva ancora oggi tutte le caratteristiche di un piccolo borgo medievale, che sembra incollato alle pendici degli Alburni. Il punto più alto, impropriamente chiamato Castello, situato in una località denominata “la costa”, non doveva essere altro che un modesto fortilizio ricavato nella viva roccia, intorno al quale vennero costruite le abitazioni collegate tra loro attraverso stretti e tortuosi vicoli.
La parte più antica del paese, di epoca medievale, è quella situata alle spalle della piazza principale Umberto I, dove c’è la Chiesa Parrocchiale dedicata a San Nicola di Bari e il Municipio, nell’ex palazzo Monaci. Percorrendo un lungo viale in discesa si raggiunge una piazzetta che ha la pavimentazione in ciottoli e al cui centro c’è una croce in pietra, collocata in mezzo ad un quadrilatero. Su un lato della croce è disegnato lo stemma dell’antica Università di Petina e nell’altro lato c’è la seguente scritta: Deo Optimo Maximo Universitate Ecclesia Sunt Erecta”.
La croce fu eretta nel 1577 per ringraziamento dopo lo scampato pericolo della peste del 1576 e fu ristrutturata nel 1772. A Petina, in primavera, si svolge una sagra dedicata ad un prodotto tipico del posto: la fragolina di bosco.