Orria, l’antico granaio
La Storia di Orria.
Orria è ubicato su uno sperone roccioso proteso tra due profondi valloni, l’Orria e il Cerreto. L’origine del nome è legato a varie teorie. C’è chi dice che è ricollegato alla leggenda secondo cui un condottiero Longobardo, tornando dalla Calabria, passò per la pianura di Casal Velino e non trovandovi il grano, si spostò sui costoni del Monte Stella. Da qui vide i colli cosparsi di messi ed esclamò: “correa mea video” (vedo i miei granai), di qui il nome di Horrea che poi divenne Orria.
Il paese trae origine dall’arrivo nella zona di alcuni monaci basiliani i quali, in seguito alla lotta iconoclasta che gli imperatori di Oriente posero in atto tra il 726 e l’842, erano fuggiti dai loro paesi di origine sbarcando sulle coste del Cilento.
I religiosi dissodarono queste terre adattandole a varie coltivazioni, soprattutto grano e orzo da qui sembra derivi anche il toponimo, legato al latino horreum, granaio.
Orria partecipò attivamente ai moti per l’indipendenza italiana con ampie schiere di combattenti, fra i quali si distinse Bernardo Gugliucci.
Cosa Visitare ad Orria.
Fra i beni artistici di Orria si segnala la Chiesa di San Felice, costruita agli inizi del XVI secolo, mentre l’artistico campanile fu sopraelevato nel 1720.
Sul monte sovrastante l’attuale abitato sorge l’antica Chiesa di Santa Domenica, appartenente un tempo al Convento di San Domenico. Al centro del paese, in piazza Vittoria, è l’antichissima Cappella di Santa Maria delle Grazie. Secondo la tradizione la cappella fu costruita verso il 1000.
Di un certo valore artistico è il Palazzo Gigliucci, il Palazzo De Feo e l’altro omonimo ubicato nella strettoia che scende fino a piazza Vittoria.
Degno di nota è inoltre il cosiddetto Arco della Fontana Vecchia.
Caratteristica, poi, è la frazione Piano Vetrale: il centro si contraddistingue per le case addossate le une alle altre che corrono lungo stradine tortuose le quali convergono a raggiera al centro dell’antico impianto, detto “chiazza”.
Di particolare interesse è la Chiesa di Santa Sofia, elevata davanti alle porte dell’antico casale, quasi a protezione di esso. Tale complesso religioso fu costituito nel 1453 e dotato anche di un grande campanile, tra i più alti e monumentali del Cilento. È inoltre da ricordare la Cappella di Sant’Antonio da Padova, nella quale è conservata un’artistica statua del Santo.
Di particolare interesse è il monumento ai Caduti, eretto da don Pietro Barbato nel 1928 con pietre carsiche. La frazione Piano Vetrale ha dato i natali al grande artista Paolo De Matteis, in arte Paoluccio della Madonnina (1662-1727), allievo di Luca Giordano. Del vecchio casale si segnalano la Chiesa di Sant’Elia, costruita intorno al X secolo, e la Cappella della Madonna delle Grazie, ubicata al centro del paese. In essa è conservata una interessante statua della Madonna dal seno sinistro scoperto. Degna di menzione è anche una fontana costruita nel 1760. Piano Vetrale è soprattutto conosciuto come il paese dei murales. Ce ne sono oltre settanta che trasformano il centro abitato in un museo a cielo aperto.
L’iniziativa di trasformare Piano Vetrale in un borgo di quadri sui muri, con le case decorate come opere d’arte, nacque nel 1980 e da allora non si è mai arrestata.
Altra frazione è Casino Lebano nasce sulla riva destra della fiumara di Gioi, il più grande affluente dell’Alento: l’abitato è collegato dai un ponte in pietra che sovrasta il fiume.
Ad Orria è possibile visitare anche il museo della civiltà contadina.