Il consiglio comunale di Agropoli ha approvato all’unanimità una mozione con cui chiede all’Asl Salerno di modificare l’atto aziendale, garantendo l’inserimento dell’ospedale civile nella rete dell’emergenza – urgenza, così come previsto dal DM 70 del 2015. Benché il nosocomio agropolese sia considerato come struttura sanitaria in zona particolarmente disagiata, infatti, le recenti previsioni non garantiscono il pronto soccorso.
Cosa prevede l’atto aziendale
Il nuovo atto aziendale assegna ad Agropoli soltanto 60 posti letto di recupero e riabilitazione ed altri 40 divisi tra lungodegenza e medicina generale. Una configurazione oggetto di non poche critiche.
Così, dopo innumerevoli richieste, il sindaco Roberto Mutalipassi, ha convocato un’assise monotematica sul tema, non senza polemiche nella sua maggioranza.
Il primo cittadino, nel suo intervento, ha voluto sottolineare cone l’attenzione dell’amministrazione comunale sulla questione sanitaria sia sempre stata alta: «Auspico – ha detto – che questo consiglio sia soltanto un punto di partenza di una richiesta più forte che questa città vorrà fare al direttore generale».
A sostegno del primo cittadino i consiglieri di maggioranza che hanno rimarcato l’impegno costante per il presidio ospedaliero agropolese, fatto sotto traccia e lontano dai riflettori. La vicepresidente del consiglio comunale, Elvira Serra, nell’evidenziare l’importanza del provvedimento, ha però ricordato e criticato la scelta del 2018, quando l’assise deliberò per “eleggere” l’ospedale “San Luca” di Vallo della Lucania come punto di riferimento della rete cardiologica. Poi ha auspicato una mobilitazione anche degli altri comuni.
A Rosa Lampasona, medico rianimatore in servizio presso il presidio agropolese e assessore alla sanità, il compito di ricostruire la storia del nosocomio, fatta di progetti e promesse spesso non mantenute. La componente della giunta non ha mancato di lanciare una stoccata alla collega Serra quando ha confermato l’importanza della delibera del 2018, poi ha parlato del presente e del futuro della sanità territoriale: «Oggi abbiamo ancora sale operatorie all’avanguardia. Al primo piano c’è la week surgery che con il direttore generale Giordano era in preventivo di aprire ed oggi resta chiusa. Con il covid l’ospedale era pronto e si è deciso di fare invasione di marcia per fronteggiare l’emergenza– ha detto Lampasona – Ci fu promesso dal direttore generale Iervolino che alla fine del covid ci sarebbe stato dato un ospedale migliore ma con il nuovo direttore generale c’è stato un nuovo cambio di rotta». Presto ci sarà un nuovo direttore generale e sarà a lui che l’Ente proverà a far cambiare idea sul futuro della struttura di via Pio X.
Le posizioni della minoranza
Sul fronte della minoranza non sono mancate critiche in particolare per la tempistica con cui la questione sanitaria è approdata in assise.
Il consigliere di minoranza Raffaele Pesce ha ricordato di aver chiesto più volte, già da quasi un anno e mezzo, la convocazione di un consiglio monotematico sul tema, vedendo puntualmente le sue richieste respinte ed etichettate come «inutili, strumentali e demagogiche».
«Spero che la risoluzione, seppur tardiva, possa servire a qualcosa», ha concluso.
Dello stesso pensiero i consiglieri di minoranza Massimo La Porta e Gerardo Santosuosso. Al termine della seduta, però, la proposta è stata approvata all’unanimità.