Il tanto atteso rapporto Draghi sulla competitività europea ha suscitato grande clamore e interesse. L’ex capo della BCE ed ex premier italiano ha stilato il rapporto sullo “stato dell’arte” dell’economia europea, con focus particolare sulla competitività. Proprio questo punto è da tempo al centro del dibattito considerando la superiorità, negli ultimi anni, degli altri principali attori mondiali quali Cina e Stati Uniti.
Tra le prove più significative per la nuova Commissione Europea vi è quella relativa alla transizione energetica e sostenibilità ambientale. Draghi sostiene che la decarbonizzazione potrebbe rappresentare un’opportunità per l’UE, ma il successo di questa transizione dipenderà dalla coerenza delle politiche europee. I combustibili fossili continueranno a influenzare i prezzi energetici, esponendo l’Europa alla volatilità. E qui si rileva la maggior criticità: le industrie europee affrontano costi di investimento nettamente maggiori rispetto ai concorrenti globali per rispettare gli obiettivi di decarbonizzazione. La concorrenza cinese, particolarmente forte nei settori delle tecnologie pulite e dei veicoli elettrici, è favorita da politiche industriali aggressive e da un controllo sulle materie prime. Il Cav. Domenico De Rosa, CEO di SMET, spiega che “per competere, l’UE dovrà adottare una strategia integrata che coinvolga tutti gli aspetti della decarbonizzazione, dall’energia all’industria. Per questo va rivisto il new green deal, perché oltre agli obiettivi di sostenibilità ambientale va affiancata una sostenibilità economica, che non pregiudichi imprenditori e cittadini europei” sottolinea il Cav. De Rosa. “L’ideologia green, come qualsiasi altra ideologia, può essere estremamente pericolosa, specialmente quando non è supportata dai fatti. E questo – spiega il CEO di SMET – è proprio ciò che è successo con il new green deal. Adesso, sempre più imprese dell’automotiv ed esponenti politici se ne stanno rendendo conto. Il mercato sta respingendo questa forzatura di imporre l’elettrico su qualsiasi altra tecnologia. Si è persa di vista anche la dimensione reale del fenomeno e del nostro effettivo impatto: l’Europa da sola produce meno del 7% delle emissioni globali. L’Italia, all’incirca lo 0,8%. Nel frattempo, Cina (32,2%), Stati Uniti (12,6%) e India (7%)lasciano un’impronta ambientale drasticamente più profonda della nostra che, sommandole, arrivano a oltre il 50% delle emissioni globali”.
Il Cav. De Rosa ricorda che “nel mondo siamo otto miliardi di persone. Le scelte debbono essere sempre razionali e ponderate. Quello che ci manca in questo momento è pragmatismo, ed è un bene che l’abbia sottolineato indirettamente Draghi nel suo rapporto. L’approccio realista è sempre l’approccio vincente, perché è quello che si basa sui fatti, sulla concretezza. Ora – conclude il Cav. De Rosa – il governo italiano, attraverso il ministro Urso, vuole proporre una revisione a stretto giro del new green deal, a cui si è accodata immediatamente Federauto e altri esponenti politici, sia italiani che di altri Paesi. Bene: andiamo avanti, cambiamo rotta. Torniamo a seguire un cammino che forse ad alcuni sembrerà più brutto, sporco o cattivo. Ma, almeno, non faremo voli pindarici. La relativa (e purtroppo ovvia) caduta potrebbe farci davvero molto male”.