Il caso che ha sconvolto l’Italia, quello del badante serial killer Mario Eutizia, continua a tenere banco. Mentre l’uomo è recluso nel carcere di Santa Maria Capua Vetere in attesa dell’interrogatorio di convalida, emergono nuovi dettagli sull’omicidio di Gerardo Chintemi, il 96enne di Vibonati.
Il movente
Eutizia aveva confessato di aver somministrato dosi eccessive di sedativi a Chintemi, motivando il gesto con la volontà di porre fine alle sofferenze dell’anziano, gravemente malato. Tuttavia, le indagini sulla vittima di Vibonati sembrano smentire questa versione.
Un anziano lucido
A differenza di quanto dichiarato dal 48enne, Chintemi non soffriva di patologie terminali. Certo, l’età avanzata comportava alcune problematiche tipiche, come la demenza senile, ma non condizioni tali da indurre una persona a porre fine alla sua vita.
Il dolore dei familiari
La famiglia Chintemi, profondamente scossa dalla notizia, ha espresso tutto il suo dolore e la sua incredulità. “Pensavamo solo al bene del nostro familiare e mai ci saremmo aspettati tutto questo“, hanno dichiarato,sottolineando come il loro caro non fosse affatto sofferente.
L’avvocato di Eutizia, Gennaro Romano, ha difeso la scelta del suo assistito di confessare, definendola un atto di coscienza. “Mario Eutizia è sereno e sempre più consapevole di aver fatto la scelta migliore nel raccontare i delitti commessi”, ha dichiarato, aggiungendo che le condizioni di salute del 48enne non sono ottimali.