Il Codacons punta il dito contro l’ordinanza del sindaco in cui si dispone l’abbattimenti dei pini perché pericolosi.
Il mese scorso il Sindaco di Sant’Arsenio aveva annunciato l’abbattimento di ben 34 pini attraverso un’ordinanza contingibile e urgente. Del caso è stata interessata la Provincia di Salerno per l’accertamento della stabilità degli alberi oggetto dell’ordinanza del Sindaco di Sant’Arsenio. L’abbattimento era stato previsto nella stessa mattina perché gli alberi erano stati definiti pericolosi per l’incolumità pubblica e privata. Eppure per il Codacons questo non era un atto dovuto. “Nel primo pomeriggio – spiega Roberto De Luca, responsabile valdianese dell’associazione – siamo venuti in possesso di una dettagliata perizia, del giugno 2012, commissionata dal Comune di Sant’Arsenio ad un dottore agronomo sulla statibilità e sicurezza del patrimonio arboreo pubblico”.
“Ebbene – precisa – riguardo ai 34 alberi che dovrebbero essere abbattutti, un albero soltanto, secondo la menzionata perizia (datata 14-06-2012), era da abbattere; altri 14 alberi dovevano essere monitorati. Nella peggiore delle ipotesi, pertanto – tutta teorica – che le condizioni di stabilità dei 14 alberi monitorati fossero diventate pericolose per l’incolumità dei cittadini, avremmo solo 15 alberi da abbattere. Non si comprende, perciò, perché ai restanti alberi si debba negare la sopravvivenza”.
“L’indifferenza di una certa classe dirigente del Vallo di Diano verso ciò che sta accadendo a tutela dell’ambiente, del suolo e dell’aria, nonostante riconoscimenti e incarichi – accusa De Luca – non è certamente di buon auspicio per le battaglia per la tutela anche del sottosuolo, contro le trivellazioni petrolifere nella nostra zona. Infine, il fatto che si paghino, con soldi pubblici, perizie che diventano carta straccia col tempo, di certo non è un buon segnale che si dà ai cittadini in un periodo di crisi economica”.
“Attenderemo l’esito della perizia commissionata dalla Provincia di Salerno – conclude il responsabile del Codacons per il Vallo di Diano – sperando che quanto dettagliatamente riportato nel 2012 non sia completamente smentito.