Autovelox, nuove regole: a rischio quelli nel Cilento

Autovelox nel Cilento: addio ai "mangia soldi"? Un nuovo decreto del Governo potrebbe mettere fine all'utilizzo di questi dispositivi per il controllo della velocità. Scopri le nuove regole e cosa significa per i comuni cilentani

Di Ernesto Rocco

Brutte notizie per i comuni del Cilento che negli ultimi anni sono stati protagonisti di accese polemiche per l’installazione di autovelox. Se per gli enti locali l’obiettivo era quello di garantire la sicurezza su alcuni tratti stradali, automobilisti e associazioni di consumatori li hanno sempre visti come “macchine mangia soldi”, installate unicamente per fare cassa.

Dibattiti e polemiche

Il dibattito sull’utilizzo degli apparecchi per il controllo della velocità nel Cilento infuria da ormai un decennio. Tutto ebbe inizio ad Agropoli, con il famigerato autovelox sulla Cilentana, seguito da Vallo della Lucania, Rutino e Capaccio Paestum. Questi ultimi due comuni ancora oggi effettuano monitoraggi con apparecchiature mobili, mentre Agropoli e Vallo della Lucania hanno disattivato da tempo i loro autovelox fissi, sebbene l’amministrazione agropolese stia tentando di riattivarlo.

Il decreto

Un nuovo decreto del Governo, però, rischia di mettere la parola fine all’utilizzo indiscriminato di questi dispositivi in tutto il Paese, incluso il Cilento. Il decreto, fortemente voluto dal Vicepremier Matteo Salvini, stabilisce che i rilevatori di velocità potranno essere installati solo per prevenire incidenti, ponendo fine alla loro funzione di “macchine mangia soldi”.

Le nuove regole

Le nuove norme prevedono una serie di restrizioni per l’installazione e l’utilizzo degli autovelox. Tra le più importanti:

  • Segnalazione obbligatoria: Gli autovelox dovranno essere segnalati in anticipo con cartellonistica ben visibile: 1.000 metri sulle strade extraurbane, 200 metri sulle strade urbane a scorrimento e 75 metri sulle altre strade.
  • Divieto in città sotto i 50 km/h: Niente autovelox in città con limite di velocità inferiore ai 50 chilometri orari.
  • Distanza minima tra autovelox: I tratti di strada su cui potranno essere utilizzati gli autovelox dovranno essere individuati con un provvedimento del prefetto e segnalati almeno 1 chilometro prima fuori dai centri abitati. Inoltre, viene fissata per la prima volta la distanza minima che deve intercorrere tra un dispositivo e l’altro (progressiva per tipo di strada) in modo da evitarne la proliferazione.
  • Divieto dove il limite è troppo basso: Non si potranno utilizzare gli autovelox dove esiste un limite di velocità eccessivamente ridotto: inferiore a 50 km/h nelle strade urbane; per le extraurbane solo nel caso in cui il limite di velocità imposto non sia ridotto di più di 20 km/h rispetto a quello previsto dal codice per quel tipo di strada (se il limite è di 110 km/h, il dispositivo può essere utilizzato solo se il limite è fissato ad almeno 90 km/h ma non per limiti inferiori).
  • Solo contestazione immediata o postazioni fisse: Il decreto precisa che l’utilizzo di dispositivi a bordo di un veicolo in movimento è consentito solo se c’è la contestazione immediata, altrimenti dovranno essere scelte postazioni fisse o mobili, debitamente visibili. Quest’ultima disposizione rappresenta un duro colpo per l’autovelox di Rutino, che attualmente è mobile sulla Cilentana, tra gli svincoli della Diga Alento e Perito.

Il nuovo decreto, dunque, introduce una serie di restrizioni che potrebbero portare alla disattivazione di molti autovelox o ad evitarne nuove installazioni.

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