Una strada che già dall’età del bronzo attraversava il Cilento dalla costa all’interno “modernizzata”. Polemiche sull’intervento.
MOIO DELLA CIVITELLA. “Il nuovo che avanza”, si intitola così, la foto denuncia, che ritrae la storica trazzera, che attraversa dall’età del bronzo il Cilento tagliandolo ortogonalmente dalla costa verso l’interno, in una “moderna” strada cementata. A renderlo noto è il Parco della Civitella, organizzazione no profit.
«Un tracciato rimasto intatto per oltre quattromila anni, cancellato in poche settimane. Una comunità che è un pò più povera del suo futuro ma più ricca di strade, di asfalto,di opere. Non entro nel merito della opportunità e significato dell’intervento, spero solo che i benefici per la comunità siano superiori al costo che la stessa ha sostenuto nel privarsi di un pezzo significativo della sua identità e storia. L’insediamento della Civitella sorge proprio a controllo di questa viabilità. L’abitato di Moio trova origine da questo tracciato che lo ha generato, una strada usata fino alla metà del XIX secolo, una stratificazione di materiali archeologici ovunque, la cappella di Santa Elena, edificata con il rimpiego di blocchi e strutture provenienti da edifici antichi presenti lungo questo tracciato; tutto cancellato» commenta.
Il progetto della strada, del 2008, è stato realizzato nell’ambito delle misure dell’Accelerazione della spesa sull’ultimo POR 2007-20013. Appaltato nel mese di ottobre 2015 e realizzato a novembre . « Il progetto non ha tenuto assolutamente conto del significato storico della trazzera, realizzando, così, una strada- in parte con tracciato nuovo, che corre parallela alla ex nazionale tra Vallo e Stio- stretta, circa tre metri, quindi neanche a doppio senso di scorrimento, che ha tagliato completamente le vecchie murature in pietrame locale, molto di recupero da edifici antichi, blocchi squadrati e lavorati. Realizzando nuova muratura con pietrame esterno, neanche di recupero dalle demolizioni fatte. Ma soprattutto la completa rimozione del fondo battuto antico, ricco di tracce archeologiche, dalle tegole piane greco-romane a frammenti di ceramica medioevale»- continua. La strada che costituisce l’antico percorso che dalla costa portava verso l’entroterra, frequentata fin dall’età del bronzo ed al controllo della stessa, come percorso, sorse lo stesso insediamento della Civitella nel VI – IV sec. a.C.. La strada nel medioevo continuava a svolgere la sua funzione di collegamento e transumanza, tanto che lo stesso insediamento di Moio sorge, come vicus, nei suoi pressi, per sfruttarne la posizione e dove sorsero diverse cappelle, come quella di Santa Elena, che recupera molto materiale in blocchi di provenienza archeologica. Il tracciato è stato utilizzato sino alla metà del XIX secolo quando viene tracciata la strada borbonica Vallo- Stio.
«Non entro nel merito giuridico, ma su quello politico della scelta nell’interesse del patrimonio comune, sì- commenta rammaricato l’amministratore de Parco della Civitella- Perché barattare un pezzo significativo di storia con una strada moderna di discutibile interesse? Sostenibilità, recupero, valorizzazione, sono solo parole vuote allora? Siamo agli anni settanta quando si distruggeva l’antica memoria della povertà dei luoghi nel nome di un modernismo senza futuro. Ma il turismo a cui tutti facciamo riferimento cosa deve venire a fare nel Cilento, a vedere strade asfaltate e rotonde faraoniche nel deserto, assolutamente ridicolo. Una valutazione quindi solo politica, di opportunità».