Le associazioni ambientaliste, unite nel comitato Salviamo il Cervati, hanno scritto al Ministero dell’Ambiente per denunciare una serie di presunte irregolarità legate ai lavori di “manutenzione e messa in sicurezza” di una strada sul Monte Cervati.
Un’opera “nuova”
Le associazioni contestano l’autorizzazione rilasciata dall’ente Parco al Comune di Sanza per i lavori, che prevedono la realizzazione di 14 km di asfalto dalla strada provinciale per Rofrano fino alla vetta del Cervati.
Secondo gli ambientalisti, la “strada” attualmente esistente non è sorta come tale. È una pista di esbosco in terra battuta realizzata negli anni ’70 e mai classificata come strada. Inoltre, non figura nel Piano Urbanistico Comunale (PUC) di Sanza e nemmeno nell’elenco delle strade del Piano del Parco per le quali è possibile effettuare interventi di manutenzione. Per queste ragioni, l’opera viene definita “nuova” e, per questo, non poteva essere autorizzata senza un’adeguata Valutazione di Incidenza Ambientale (VIA).
Asfalto, impermeabilizzazione e impatto ambientale
Le critiche si rivolgono anche alle modalità di realizzazione dei lavori. L’utilizzo dell’asfalto, autorizzato dall’ente Parco, contraddice il divieto di impermeabilizzare i suoli in area protetta. Inoltre, le opere di regimentazione delle acque approvate nel 2019 contrastano con i pareri negativi espressi dall’ente stesso in precedenza.
Le associazioni contestano anche la superficialità della VIA, redatta dallo stesso progettista dell’opera e autorizzata dall’ufficio comunale di Sanza. La VIA, secondo gli ambientalisti, non valuta adeguatamente l’impatto che l’incremento del traffico veicolare avrà sulla flora e sulla fauna dell’area, protetta anche da vincoli europei che sarebbero stati completamente ignorati.
Richiesta di intervento al Ministero
Dopo aver chiesto al Presidente del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, Giuseppe Coccorullo, l’annullamento in autotutela dei provvedimenti autorizzativi, il comitato “Salviamo il Cervati” si è rivolto al Ministero dell’Ambiente. Le associazioni chiedono al Ministero di esercitare i suoi poteri di vigilanza e controllo sul Parco, per ripristinare la legalità e annullare i nulla osta concessi.