Il 16 marzo del 1984, il Partito Socialista Italiano perdeva uno dei suoi più importanti esponenti, Enrico Quaranta deceduto a Napoli nella clinica Mediterranea dove era ricoverato per un intervento chirurgico.
Il legame con il Vallo di Diano
Quaranta è stato una figura politica di grande rilievo per il territorio valdianese, avendo ricoperto importanti incarichi come deputato per quattro legislature (IV, V, VI, VII) e senatore per due legislature (VIII e IX). In particolare, è stato sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri nel primo Governo di Bettino Craxi, incarico che ha mantenuto fino alla sua morte.
Nato a San Pietro al Tanagro il 2 gennaio 1928, Quaranta ha iniziato la sua carriera politica nel Partito Socialista Unitario (PSU) e successivamente nel Partito Socialista Italiano (PSI), dove ha aderito alla corrente autonomista e nenniana di Giacomo Mancini. In questo periodo, la zona del Vallo di Diano è diventata un vero e proprio laboratorio socialista, che ha attirato l’attenzione del partito a livello nazionale. Quaranta è diventato molto influente, riuscendo a far crescere una classe dirigente composta da esponenti del suo movimento come Gerardo Ritorto e Vincenzo Giordano, che è stato sindaco di Salerno dal 1987 al 1993.
Durante la sua carriera politica, Quaranta ha presentato numerose proposte di legge e ha lottato per i diritti dei lavoratori e della comunità montana. Nel 1982 ha anche combattuto una battaglia legale con il magistrato Santacroce, che lo aveva erroneamente coinvolto nell’omicidio del boss Rosanova. Quaranta ha affisso manifesti in tutta la provincia di Salerno per denunciare il torto subito.
Il ricordo anche dopo la morte
La morte di Quaranta ha suscitato grande dolore in tutto il territorio valdianese. Ai suoi funerali, svoltisi a San Pietro al Tanagro, è giunto anche il segretario del Partito Socialista Italiano e Presidente del Consiglio, Bettino Craxi. Dopo la sua scomparsa, il PSI ha vissuto una nuova epoca sotto la guida di Giulio Andreotti, ma la figura di Quaranta è rimasta nella memoria collettiva come un esempio di dedizione e impegno per la propria comunità.