Un’importante operazione della Guardia di Finanza ha portato all’arresto di sei persone e all’indagine di altre 77 nel contesto di una truffa che coinvolge Poste italiane. Gli accusati avrebbero ceduto crediti di imposta per un valore di circa 130 milioni di euro, ottenuti grazie alle agevolazioni previste dal “Decreto Rilancio”, per lavori edilizi mai effettuati in diverse regioni.
I coinvolti
Le persone coinvolte nell’operazione risiedono principalmente in Campania, con residenza a Frignano, San Marcellino, Torre Del Greco, Torre Annunziata, Pagani e Camerota. Altri indagati sono sparsi in diverse province italiane, come Pordenone e Perugia.
L’attività di indagine
Durante le perquisizioni, i finanzieri della Compagnia Pronto Impiego di Aversa hanno sequestrato 16 milioni di euro a 34 degli indagati, ritenuti il profitto derivante dal reato. Inoltre, sono stati scoperti 48 milioni di crediti di imposta fittizi in possesso di altre 35 persone coinvolte nell’indagine. I reati contestati includono la truffa per ottenere finanziamenti pubblici e l’autoriciclaggio.
L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, ha rivelato l’esistenza di un sistema composto da circa 50 società “cartiere”, che esistevano solo sulla carta. I rappresentanti legali di queste società avrebbero falsamente dichiarato di aver avviato lavori di riqualificazione energetica e ristrutturazione di facciate di edifici in varie regioni italiane. Queste false dichiarazioni consentivano loro di accedere alle detrazioni fiscali previste dal Decreto e di accumulare crediti di imposta che potevano essere successivamente ceduti e monetizzati.
I crediti di imposta sono stati ceduti a Poste italiane, che era all’oscuro della truffa, in cambio di diversi milioni di euro. Gli indagati avrebbero poi fatto sparire i soldi attraverso società compiacenti, sia italiane che estere, con particolare coinvolgimento di soggetti cinesi.