Circa undici ore di interrogatorio davanti ai pubblici ministeri potrebbero rappresentare il punto di svolta dell’inchiesta sull’omicidio di Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica brutalmente ucciso nella notte del 5 settembre 2010. Il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, è stato al centro di questo approfondimento investigativo. edì scorso.
La posizione del Colonnello Cagnazzo
Le accuse nei confronti del militare sono concorso in omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione e dal fine camorristico. Secondo gli inquirenti, Cagnazzo avrebbe avuto un ruolo cruciale nell’organizzazione dell’omicidio di Vassallo, contribuendo a deviare le indagini verso un pusher brasiliano, Bruno Humberto Damiani, successivamente rivelatosi estraneo al delitto. Tutte ipotesi, queste, che in realtà andranno confermate e provate.
La drammatica “imboscata” e gli altri nomi sotto inchiesta
Sebbene non sia stato chiarito chi abbia effettivamente sparato i sette colpi mortali che hanno segnato la morte, gli inquirenti parlano di una vera e propria “imboscata”. Cagnazzo non è l’unico finito sotto i riflettori della Procura. Ci sono anche altri militari e soggetti coinvolti nello spaccio di droga.
Un contesto segnato dal narcotraffico
Il delitto sarebbe proprio legato allo spaccio di sostanze stupefacenti nella località costiera di Acciaroli. La determinazione del sindaco Vassallo nel denunciare narcotrafficanti, pusher e presunti complici in divisa sembra possa aver scatenato la furia dei killer. Gli inquirenti sostengono che l’omicidio fosse premeditato, volto a proteggere gli interessi legati allo spaccio di cocaina lungo la costa cilentana.
Conclusioni dopo l’interrogatorio
Difeso dalla penalista Ilaria Criscuolo, il colonnello Cagnazzo ha affrontato l’interrogatorio con determinazione, rifiutando di avvalersi della facoltà di non rispondere. Il militare ha respinto tutte le gravi accuse.