Il castello di Eboli è al centro del dibattito istituzionale tra Ministeri ed Enti sovraccomunali ma tiene banco anche tra la cittadinanza. Tutto nasce da una nota a firma del Ministero della Giustizia indirizzata al Comune di Eboli, alla Procura della repubblica presso il Tribunale di Salerno, al Tribunale di sorveglianza, al Presidente della Camere Penali, alla Regione Campania, alla Provincia di Salerno, all’Agenzia del demanio.
La nota del Ministero
Una missiva che convoca tutte le parti in causa il prossimo 15 gennaio alle ore 11.00 presso il Comune di Eboli alla prima conferenza dei servizi istruttoria per discutere la soppressione della struttura.
Alla base della motivazione principale per la dismissione sarebbero le spese di manutenzione non sostenibili da parte dell’amministrazione penitenziaria. Circa 25 milioni di euro infatti sarebbe l’ammontare dei lavori da praticare e non più rimandabili, per la ristrutturazione e la messa in sicurezza dell’edificio storico.
La struttura che sorge in un complesso monumentale che risale all’epoca longobarda è considerata tra le testimonianze maggiori dell’architettura medievale e rappresenta un monumento di notevole valore storico, culturale ed è preziosa per il suo valore posizionale.
La dismissione presso il Castello Colonna Eboli dell’Istituto a custodia attenuata per tossicodipendenti, eccellenza italiana in materia di reinserimento sociale per i detenuti a fine pena, è un tema che sta facendo discutere anche la cittadinanza ebolitana.
E se le anime sono già divise, la politica, intanto, dice la sua su più fronti.
Il dibattito politico
Eboli 3.0 La Città in Comune con Balestrieri capogruppo, ritiene sia opportuno e necessario evitare la soppressione dell’ ICATT; cogliere l’opportunità di acquisire al patrimonio comunale il Castello Colonna; attivare un confronto con l’Agenzia del Demanio sulle attuali condizioni strutturali e manutentive del Castello Colonna.
Per l’ex Sindaco di Eboli Gerardo Rosania è invece necessario aprire un ragionamento che coinvolga tutta la città,
Partendo, ovviamente, dal Consiglio Comunale ma poi interpellando e ascoltando le rappresentanze sociali culturali e produttive ebolitane. «Non basta abbinare la parola Turismo alla parola Castello», dice Rosania.