La maratona è una delle sfide atletiche e mentali più proibitive per l’essere umano. Annualmente, da ormai oltre 50 anni, la città di New York ospita la maratona più iconica del mondo. Tenutasi questa domenica 5 novembre, si è vista la partecipazione massiva di decine di migliaia di atleti provenienti da tutti i continenti. Tra i partecipanti vi era anche il salernitano Domenico De Rosa, CEO di SMET, un vero e proprio gladiatore moderno che ha recentemente conquistato l’impresa titanica di completare non una, ma ben due maratone di New York. La prima, dal Palazzo dell’ONU fino a Central Park. La seconda, la vera e propria 52esima edizione della Maratona di New York, a cui hanno partecipato oltre 55.000 runner. “L’importante non è come ci si arriva, ma arrivare alla fine,” ha dichiarato. Durante la prima maratona, quando il corpo ha gridato basta, la mente di De Rosa ha superato ogni limite, dimostrando che la testa può superare qualsiasi ostacolo fisico e completando così anche la 52esima Maratona di New York. Solo pochi mesi prima, a maggio, De Rosa aveva partecipato alla tappa del Giro d’Italia con la squadra RCS nella tappa da Sorrento a Napoli percorrendo oltre 55 km per le magnifiche città della Campania.
In un’intervista rilasciata a Radio Alfa, De Rosa ha sottolineato il valore cruciale dei presupposti mentali, un insegnamento che ha trasferito nella sua vita quotidiana e imprenditoriale. Ha affrontato la maratona di New York con una sindrome ilio-tibiale, ma con il supporto morale e scientifico del suo medico e della sua famiglia, ha attraversato il traguardo non solo fisicamente integro, ma anche arricchito dalla varietà di esperienze umane incontrate lungo la strada.
“Un evento planetario, significativo, dove ci sono tutte le etnie del mondo,” ha sottolineato De Rosa, parlando della Maratona di New York come di un microcosmo cosmopolita. Ha evidenziato il messaggio di apertura mentale trasmesso dai quartieri della città. “Non c’è un solo metro della maratona dove non c’è supporto per chi corre. È un messaggio importantissimo perché si parla troppo poco di umanità, e troppo dell’arricchimento economico”.
Il viaggio di De Rosa non è stato solo personale ma anche aziendale. Ha riconosciuto il ruolo cruciale del suo team e dei manager nell’assicurare che la sua assenza durante la preparazione non fosse avvertita. “Le persone fanno la differenza” ha sottolineato, elogiando il suo organico come uno dei più validi in ambito imprenditoriale.
La sua preparazione è durata un anno ed è stata scandita dalla disciplina e dalla quotidianità, senza sospensioni e, fortunatamente, senza infortuni. Questo è anche nella mia indole: andare sempre al limite. Non togliamo il piede dall’acceleratore fintanto che si ha il controllo”.
Per De Rosa si è trattato di un anno all’insegna di avvincenti sfide che l’hanno portato a spingersi sempre oltre. Con una visione chiara e il coraggio di fare, Il CEO di SMET ha voluto affermare che “noi possiamo essere quel che vogliamo essere. L’importante è avere una visione perché quando si affronta la vita senza avere una destinazione o visione, si perde solo del tempo. Qualunque essa sia, la visione, l’importante è averla. Bisogna poter avere alla fine della nostra vita con quelle medaglie al collo, che rappresentano le tappe per cui siamo passati. Bisogna avere il coraggio di fare e non essere afflitti dalla paura” conclude De Rosa