Domenica 25 giugno alle ore 18, il MMMAC (Museo Materiali Minimi d’Arte Contemporanea) aprirà le porte della sua nuova sede situata in via Porta Sirena, a Paestum. Questo evento segna l’inaugurazione della collezione centrale dei “materiali minimi”, esposti per la prima volta dopo lungo tempo di attesa e disparte. Come veri reperti archeologici, questi materiali sono finalmente riportati alla luce.
L’essenza dei “materiali minimi”: secondo Gillo Dorfles
I “materiali minimi”, come definiti da Gillo Dorfles, comprendono tutte le scorie che gli scrittori strappano dai loro poemi, tutti i minuti arabeschi che i pittori cancellano con sovrapposte stesure di colore e tutti i ripensamenti poetici, musicali e pittorici che rimangono lettera morta.
Questi elementi spesso rappresentano le uniche germinali intuizioni da cui può prendere avvio un’opera autentica.
Il MMMAC e l’osmosi tra antico e contemporaneo
La principale finalità del MMMAC è promuovere la consapevolezza della vitalità dell’osmosi tra l’arte antica e contemporanea.
Un richiamo al passato: la relazione tra archeologia e arte contemporanea
Non possiamo dimenticare chi, prima di noi, ha proposto di mettere in relazione l’archeologia e l’arte contemporanea a Paestum. Nel 1970, Mario Napoli, archeologo e studioso della Magna Grecia nonché Soprintendente Archeologico nel 1964, commissionò a Carlo Alfano, un famoso artista napoletano, un’opera che potesse dialogare con la Tomba del Tuffatore scoperta nel 1968 durante una campagna di scavi da lui diretta. Alfano realizzò l’opera di riflessione, inserendola nel ciclo Tempi Prospettici, e questa è esposta nel giardino sul retro del Museo Archeologico, a diretto contatto con il Tuffatore. Attraverso i riflessi nelle colonne e il riverbero dell’acqua, elementi principali del lavoro artistico, il Tuffatore non è più una forma statica, ma vibrante.
La mostra del Tuffatore e l’arte contemporanea
Nel 1998, il MMMAC propose una mostra curata da Gillo Dorfles dedicata al Tuffatore, in cui gli artisti reinterpretarono, ognuno nel proprio stile, l’iconica immagine di Paestum. Questa mostra, che strizza l’occhio a coloro che si immergono nell’archeologia ma desiderano rivolgere lo sguardo anche al panorama artistico contemporaneo, è ora completamente visibile nella nuova sede del Museo MMMAC. L’edificio rurale che ospita il museo risale alla metà del 1700 ed è stato riprodotto in uno dei famosi quadri di Paestum di Antonio Joli datato al 1759. Dopo un restauro conservativo, rappresenta un luogo di grande suggestione e interesse.
Una collezione eclettica e affascinante
All’interno del museo, i visitatori saranno accolti da “Mr Nettuno” di Marco Lodola, una scultura luminosa realizzata nel 2005 appositamente per il MMMAC. Il museo ospita anche una vasta collezione di materiali minimi, tra cui bozzetti, di artisti di fama internazionale come Basquiat, Botta, Tadini, Tresoldi, Borondo, Spriggs, Du Pasquier, Gilardi, Eielson, Nauman, Tatafiore, Rosenquist, Schifano e molti altri. Inoltre, sono esposte serigrafie di Alberto Burri, Emilio Vedova e Carol Rama. Un’opera particolarmente affascinante è un dormiente di Mimmo Paladino, con i suoi colori caldi e ambrati che richiamano la sabbia, come quella del Cavallo che osserva dai vicini Templi. Questa statua sembra riposare e forse sognare mondi senza confini di tempo.