Mancano due giorni alla finale di ritorno che stabilirà chi merita la serie D tra U.S. Agropoli e Città di Gallipoli. Il match verrà trasmesso in differita su InfoCilento. Non c’è l’entusiasmo dell’andata, ma c’è la voglia di rimontare, di sostenere i Delfini fino al fischio finale. Al di là del risultato la passione del tifo agropolese non è doma, anche se non si giocherà al Guariglia, ma allo stadio Antonio Carrano a Santa Maria di Castell’Abate (salvo ulteriori modifiche).
Nella tela del ragno
Se c’è qualcuno tra i partecipanti della finale d’andata a meritare altri palcoscenici (tenendo conto di entrambe le compagini) questo è Mister Carrozza. Il tecnico di Lecce, ha dato alla sua squadra un gioco moderno che si vede poche volte anche in categorie superiori. I Salentini giocano a memoria, accettano il pressing, escono con facilità dalla pressione, alternano passaggi corti a sventagliate lunghe.
Il 4 a 1 è il riflesso ribaltato di questo gioco, più che della tecnica individuale (che per inteso non manca). Il capitano Scialpi è la principale fonte di gioco, certamente un errore non schermarlo con un’attenzione maggiore. Ma non basta, lo spartito impresso da Carrozza fa sì che tutti gli effettivi sappiano cosa fare col pallone, anche i meno tecnici braccetti di difesa. Proporre un pressing alto senza le dovute marcature preventive significa cadere nella tela del ragno, girare come trottole per la trequarti avversaria per poi essere trafitti in contropiede.
Impresa impossibile?
Per i delfini si tratta di una impresa impossibile? Assolutamente no. L’Agropoli dell’andata non è il vero Agropoli. Di questo sono tutti sicuri! Troppi errori marchiani da parte di giocatori che hanno caratura e esperienza per fare meglio. L’errore è stato quello di disunirsi, dopo il goal preso nei minuti iniziali. I Delfini hanno ragionato come se fossero in partita secca, cercando a tutti i costi un pareggio, quando sarebbe bastato tenere un passivo migliore per poi giocarsi giocarsi tutto in casa.
Se non si fosse preso quel goal evitabilissimo nei minuti finale, domenica basterebbe un 2-0 per ottenere la qualificazione. Il mantra è crederci. I Salentini si sentono già in D, un goal potrebbe destabilizzarli. Come disse Luis Enrique proprio dopo una sconfitta per 4 A 1 in trasferta: “Se in nostri avversari che ne hanno fatti quattro all’andata, non vedo perché non possiamo fargliene sei al ritorno”. Gli appassionati di calcio ricordano come finì in quella circostanza.
Che fare?
Dunque, che fare? Parafrasando il Grande Ignazio Silone. Innanzitutto per i tifosi esserci, perché il vero tifoso si vede nei momenti di difficoltà. Perché non succede, ma se succede sarà delirio, sarà storia. La società dell’U.S Agropoli si è impegnata per facilitare in ogni modo il tifoso. I biglietti saranno gratuiti come le navette: partenza fissata per le ore 14.45 presso il mercato coperto alle spalle del municipio. Per quanto concerne il calcio giocato l’Agropoli non dovrà disunirsi. Il Gallipoli ha dimostrato di concedere occasioni, servirà grande cattiveria. Le stecche sotto porta non saranno ammesse se si vuole sognare fino alla fine. Si è detto della folta trama di gioco del Gallipoli. E’ un punto di forza, ma può anche essere fragilità. Se si recita lo spartito a memoria, si guadagna velocità ma si paga dazio in prevedibilità. Se mister Turco riesce a leggere le trame di Carrozza e la squadra lo segue ci saranno sorprese al Carrano.