Il Comitato Salute Pubblica non farà parte della delegazione che incontrerà i vertici dell’Asl Salerno in vista dell’atto aziendale. Dura la nota che porta la firma di Rosa Adelizzi, Presidente del Comitato per la Salute Pubblica.
La nota
«La nostra posizione è scaturita in seguito alla riunione di sabato scorso, quando nell’aula consiliare di Eboli si sono incontrati associazioni, comitati, sindacati, operatori sanitari e sindaci del territorio. Pensiamo che si tratti di un’iniziativa importante, ma debole. Occorre invece un’azione forte, capace di coinvolgere la popolazione», spiega Adelizzi secondo cui «E’ fin troppo evidente, infatti, che la politica e gli stessi sindacati abbiano fallito nel difendere la sanità e l’ospedale ad Eboli».
«Pensiamo che si tratti di una delegazione destinata all’ennesimo insuccesso – prosegue – Basterebbe ricordare come lo scorso marzo, nonostante un documento firmato da sette sindaci del territorio dopo l’assemblea organizzata dal Comitato Salute Pubblica, l’Asl non ci abbia nemmeno convocati. Nel merito, non siamo disponibili a partecipare ad una delegazione che andrà a chiedere semplicemente che le unità operative complesse non vengano declassificate a semplici. Per noi è fondamentale parlare più complessivamente dell’assistenza ospedaliera e della sanità ad Eboli, non di un singolo servizio o reparto».
La posizione del comitato
È chiara dunque la posizione del comitato: «Riteniamo che debba essere coinvolta l’intera città, a cominciare dalle scuole. Il sindaco di Eboli ha annunciato che organizzerà un’assemblea pubblica aperta con i cittadini, gli chiediamo di invitare Asl e Regione per confrontarsi con noi. Da parte nostra non vogliamo prestare il fianco a chi ha già richiesto il potenziamento solo di qualche reparto in passato, recandosi all’ASL in modo solitario, perché questo indebolisce il fronte cittadino di opposizione alle decisioni di Regione e Asl ed a difesa del nostro ospedale. Non ci interessano richieste e decisioni al ribasso, non ci interessa dialogare con chi non ci ascolta ed anzi fa parte di un disegno teso all’azzeramento della sanità ospedaliera sul nostro territorio per liberare risorse in favore di altri territori».