L’ex Procuratore del Tribunale di Vallo della Lucania dice la sua sua Angelo Vassallo.
Le polemiche conseguenti alla fiction su Angelo Vassallo non accennano a placarsi. A provare a mettere un freno ai commenti critici sul film e soprattutto sulla persona del Sindaco Pescatore che si sono diffusi negli ultimi giorni ci pensa Alfredo Greco, già magistrato del Tribunale di Vallo della Lucania. “Vorrei pregare le persone che oggi infangano la memoria di Angelo Vassallo di smetterla – dice – lo trovo insopportabile, immorale, ingiusto ed estremamente dannoso per tutta la Comunità Cilentana che ne risulta avvelenata ancora più che dalle stesse pallottole che uccisero Vassallo”.
“Per molti anni – aggiunge l’ex Procuratore – sono stato testimone della vita personale, familiare, sociale, amministrativa e politica di un grande uomo che è stato capace di condurre e capitanare una vera e propria rivoluzione culturale della sua difficile e meravigliosa terra, quella rivoluzione che oggi serve in Italia per affrancarla dal malaffare, dall’ ipocrisia e dalla sonnolenta e rassegnata soggezione alle piccole e grandi corruttele, e che Angelo aveva condotto impugnando una sola bandiera, quella della legalità”.
“In quegli anni – racconta – facevo il Procuratore della Repubblica nel Cilento e ne conoscevo già bene le realtà, le storie e le dinamiche poiché tanto tempo prima ero stato Pretore anche a Pollica dove Angelo era un ragazzo, pescatore e figlio di un pescatore (soprannominato il collega), mi rivolsi ai Sindaci del Cilento, che erano circa 50, invitandoli a frequentare il mio ufficio per interloquire proprio su un concetto di legalità semplice e comprensibile a tutti e che non sembrava più albergare in quelle terre: fare sempre e solo il proprio dovere nell’ interesse dei cittadini e cercare di rivolgersi alla Procura per ogni problematica o anche ogni fatto che solo sembrasse strano o poco regolare o ingiusto”.
Per Alfredo Greco, quindi, Vassallo non merita le critiche che oggi gli giungono, lui “fu il più entusiasta e il più propositivo di una schiera di meravigliosi sindaci che in un modo o in un altro lui conduceva (e non posso qui non ricordare Vincenzo Speranza, Gianfranco Scarpa, Eros Lamaida, Gerardo Ruocco, Franco Alfieri, Peppe Cilento, Carmelo Stanziola”. In questo contesto, sottolinea l’ex magistrato “Vassallo veniva di continuo, chiedeva consiglio e conforto nei confronti di un mondo difficile che affrontava a viso aperto, mortificava e costringeva a lavorare quelli che non c’erano abituati, era attento a tutto ciò che potesse essere pericoloso per il territorio, convinceva gli altri amministratori ad assumere questa stessa condotta e, malgrado la stima e l’amicizia che io gli dimostravo, non mi ha mai chiesto nulla: una volta soltanto riuscì, e con grande imbarazzo, perché Angelo era un timido, a far cadere nel nostro discorso, che quella volta riguardava i suoi progetti per il Consorzio dell’ olio, la vicenda di un processo che vedeva imputati i suoi oppositori e mi disse che bisognava essere comprensivi perché erano dei ragazzi. Questo era Vassallo che ha dato dignità ad una popolazione intera, che ha preteso dalla sua famiglia e dai suoi amici soltanto di non vendersi (così diceva), che è stato trucidato in modo barbaro, non so da chi e perché, ma certamente perché a qualcuno aveva opposto in insormontabile no”. Quindi Greco prova a gettare acqua sul fuoco innescato dalle critiche degli ultimi giorni: per me accettabile che venga oggi bollato di arroganza , strafottenza e presunzione, che vengano ventilati dei dubbi sulla linearità della sua vita insinuando che è malamente rappresentato, anche dalle fictions televisive, come un uomo che si è immolato sull’ altare della legalità. Nella nostra storia, anche recente, quegli uomini coraggiosi che hanno tentato una rivoluzione culturale per la legalità o sono stati uccisi o sono stati isolati o sono stati calunniati”. “Smettetela!”, conclude Greco.