Il processo “Just in time”, che ha visto nove imputati accusati di truffa ai danni dello Stato e false attestazioni nell’utilizzo del badge, si è concluso con il bilancio di sei condanne e tre assoluzioni. L’inchiesta è stata condotta dalla Procura di Salerno ed è stata avviata nel 2014 dopo la segnalazione di un sindacalista della Cisl.
I fatti
Gli episodi presi in considerazione riguardavano il periodo tra il 9 febbraio e il 15 marzo 2015, durante il quale gli imputati avrebbero sistematicamente abbandonato il luogo di lavoro, essendo coperti da altri colleghi. Le telecamere installate sulle due macchinette marcatempo li hanno immortalati mentre facevano passeggiate ed acquisti durante l’orario di lavoro.
Le condanne
Il Ruggi di Salerno è un ospedale molto importante per la città e per la regione circostante, ed è stato vittima di questi comportamenti scorretti da parte di alcuni dipendenti. Le condanne sono state inflitte all’ex caposala e ad un altro dipendente, che dovranno scontare 10 mesi di reclusione ciascuno, mentre un’altra sanitaria dovrà scontare 9 mesi di reclusione.
Questo processo è solo una delle costole dell’intera operazione “Just in time”, che ha portato ad altre 83 assoluzioni per i reati di truffa ai danni dello Stato e violazione della legge sul pubblico impiego. È importante che questi comportamenti scorretti vengano puniti, perché il danno economico per lo Stato e per i cittadini è molto alto. Questa sentenza dovrebbe essere un monito per chiunque pensi di agire illegalmente nel proprio posto di lavoro.