La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dai genitori di un giovane di Torchiara, deceduto ventidue anni fa mentre era alle prese con un trattore. La vicenda riguardava la morte del diciassettenne, avvenuta mentre stava agganciando un cavo alla “presa di potenza” del mezzo agricolo.
La vicenda giudiziaria
I familiari della vittima avevano citato in giudizio sia la casa produttrice del trattore che la compagnia assicurativa, sostenendo che la “presa di potenza” non fosse di facile accessibilità per l’operatore e che la meccanica del mezzo agricolo non fosse conforme alla normativa antinfortunistica.
Secondo i legali dei familiari, i giudici territoriali sarebbero incorsi in una serie di errori nel definire il procedimento penale aperto per la morte del giovane. Tra le valutazioni ritenute errate, ci sarebbe anche quella della “non segregazione” della “presa di potenza”, ovvero la parte esterna alla quale si applicano gli accessori del trattore.
La decisione della Corte di Cassazione
Tuttavia, la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso dei familiari, considerando inammissibili le censure e gli errori di fatto evidenziati dai ricorrenti. Pertanto, la domanda di condanna della casa produttrice del trattore deve essere respinta, così come eventuali pretese verso la compagnia assicurativa.
La morte del giovane trattorista aveva colpito profondamente la comunità di Torchiara, soprattutto perché è avvenuta in occasione di una delle feste patronali più sentite del territorio, dedicata a Sant’Antuono, santo protettore degli animali e custode delle comunità contadine. Tradizione vuole che i ragazzi del paese si organizzino per reperire la legna necessaria e accendere dei falò in onore del santo. Quel giorno, il giovane di Torchiara aveva caricato il trattore di legna insieme ad alcuni amici.