Ci sono voluti dieci anni per chiudere una vicenda complessa relativa alla proprietà di alcune aree del territorio di Agropoli e che ha coinvolto Comune, Parrocchia della Madonna del Carmine, Diocesi di Vallo della Lucania e privati. I fatti hanno avuto inizio nel 2013 e si sono conclusi soltanto poche settimane fa.
Chiesa Madonna del Carmine: la vicenda
Tutto ha avuto inizio nel periodo dell’amministrazione Alfieri. Tra il Comune di Agropoli, la Diocesi di Vallo della Lucania e la parrocchia Madonna del Carmine venne stipulato un accordo di permuta di suolo. Cio ha consentito all’Ente di realizzare il palazzetto per la danza sportiva, il “Pala Green”, ed il campetto per il calcio a 8 “Peppino Impastato”.
Al contempo la parrocchia Madonna del Carmine avrebbe ottenuto gli spazi per realizzare una nuova chiesa nella frazione agropolese. Il progetto preliminare relativo all’intervento venne deliberato dal Consiglio comunale nel 2011 a seguito della richiesta dell’ex vescovo della diocesi di Vallo della Lucania, Giuseppe Rocco Favale.
In quell’occasione il Consiglio dovette ad approvare anche una variante urbanistica, considerato che l’area in cui doveva essere effettuato l’intervento era a destinazione agricola. Inoltre si procedette a dichiarare l’opera di pubblico interesse.
La nuova Chiesa
La nuova chiesa della frazione Madonna del Carmine sarebbe dovuta sorgere a pochi passi dall’area dove oggi insiste il mercato settimanale del giovedì, in un terreno adiacente via Pertini. L’edificio sacro avrebbe ospitato anche un oratorio ed impianti sportivi.
La vertenza
Le operazioni hanno subìto vari rallentamenti perché i proprietari dei terreni fecero causa al Comune, chiedendo al Tribunale di rivedere l’indennità di esproprio. Per giungere ad una risoluzione della vicenda, quindi, è stato necessario arrivare a pochi mesi fa quando gli eredi del proprietario dei terreni hanno espresso al Comune di Agropoli la loro disponibilità a chiudere la controversia con il pagamento da parte dell’Ente di 60.649 euro, come disposto anche dalla Corte di Appello di Salerno.
Il commento
«L’accoglimento della proposta transattiva – fanno sapere da palazzo di città – non comporta sostanziale pregiudizio all’Amministrazione. Con essa si chiude un lungo e dispendioso contenzioso dagli esiti ancora incerti che impegnerebbe economicamente il Comune ed operativamente gli uffici comunali, nonché un protrarsi dei tempi di acquisizione delle aree oggetto di esproprio, che creerebbe un ulteriore danno alla Diocesi di Vallo della Lucania e alla Parrocchia della Madonna del Carmine».